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Economia

EXPO 2015 albero della vita

Seduto in treno, preso al volo, iPad sotto mano, neanche il Mac per scrivere comodo, ma non importa. Voglio mettere nero su bianco le emozioni di questa gita all’EXPO, a caldo, con le notifiche di Instagram che ancora girano sulle foto della giornata.

Partiamo con un breve inciso, guardavo all’Expo dal primo anno universitario (2009) con sguardo sognante, sapendo che avrebbe per definizione (Universal Exposition) sposato i miei ideali cosmopoliti, conscio che cazzo, aveva fatto nascere la Torre Eiffel a Parigi, e che Iron Man presenzia a quelli nei film.

I miei amici, ben conoscendomi, mi hanno regalato il biglietto con una dedica stupenda (Un esploratore del mondo come te non può mancare all’evento dell’anno! HAPPY BDAY SIRO! with love from – firme), che forse vi completa un primo quadro sul soggetto (io) ed il rapporto con l’oggetto (Expo).

Bene, detto ciò, era importante per procedere in modo corretto, vi racconto la mia personale opinione sull’esperienza.

Allora, mi sono preparato guardando nel web e chiedendo (https://www.facebook.com/sirodescrovi/posts/10153262267269821), scaricato in anticipo la cartina, prenotato alcune cose, arrivato puntuale. Avevo 6 ore, sapevo benissimo di non poter fare tutto, ed allora mi son detto: tra quelli consigliati facciamo quelli più liberi, poi qualcuno ad istinto (miscelando interessi ed ispirazione) ed infine un big, uno di quelli per cui c’è da aspettare (la scelta era tra Italia, UAE, Giappone e qualche altra).

Sono dunque stato nei padiglioni:

Zero – Vietnam – Corea del Sud – Thilandia – Future District – Austria – Marocco – USA – Svizzera – Giappone – Albero della Vita.

Disclaimer: sono sicurissimo che dietro tutto ciò c’è e c’è stato un lavoro dedicato di molta gente, quindi scrivo queste mie opinioni con il mero scopo di condividere un’esperienza e non criticare il lavoro di nessuno, ci mancherebbe.

Per come l’avevo immaginato io (e qui mi metto davanti), ho trovato l’EXPO una passerella della superficialità, della forma sulla sostanza.

Ho trovato una totale dedizione alla cura dell’apparenza estetica esterna (architettonica e di design) ed interna (comunicativa/ tecnologica) a voler cercare a tutti i costi l’effetto wow sugli spettatori, tralasciando completamente il concetto, il prodotto, il tema centrale.

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È passato poco più di un mese da questo evento a cui ho avuto la fortuna di partecipare, però ben sapete che per digerire una cosa, renderla concetto, per poterne poi sviluppare altri da lì, occorre un po’.

Ed è quel che capitato anche questa volta con il SAS Forum 2015.

Appuntamento svoltosi a Milano, tra i cantieri dell’EXPO, in un luogo che ha riunito insieme diverse professioni e competenze, settori ed ambizioni, accomunati da una visione del presente e del futuro che si sposa con i big data e l’analisi stessa del dato.

L’abbiamo letto in ogni rivista accademica, manageriale e tra poco lo troveremo anche in TV Sorrisi e Canzoni, l’analisi dei big data, creatasi negli ultimi decenni grazie alla rivoluzione digitale che ha visto la transazione da “ciò che ero bravo a fare” a “ciò che sono bravo a fare, in digitale” ha portato.

Scelte strategiche di lungo e tattiche di breve, aziendali, ma anche di ricerca ed altro si sono raccontate sul palco di questo evento, dove aziende come Sky, Eni, Banca IFIS, Allianz, enti come Università di Pisa e di Verona, ESA (e tutti quelli che si sono succeduti in agenda, leggasi apri questo link) hanno portato ispiranti, eccellenti ed innovativi casi di come l’utilizzo dei dati in modo sapiente ed intelligente (ed in questo caso, il partner in comune era SAS) può portare ad innovazione, a scoperta, a consapevolezza di quanto accade o sta per accadere.

È infatti, ancora una volta, il concetto che lega quest’esperienza a questo blog, ed il racconto della stessa: la consapevolezza, elemento necessario per agire con conoscenza, e non in balia dei fatti, ma sapendo cosa si sta facendo e quindi avendo una più chiara visione delle conseguenze e degli sviluppi che le varie scelte possono avere.

Una consapevolezza che non deriva dai big data di per sé, ma delle informazioni che una corretta analisi degli stessi è in grado di far arrivare. Concetti precisi, ben diversi, ma molto spesso non considerati a dovere. Perché se è vero che con il digitale ci si è resi in grado di produrre una grande quantità di dati, questo non è in automatico eccellente informazione per scegliere. Occorre scavare, immergersi nei dati, ed avere delle competenze in grado di darne forma e lettura. E non è banale.

 

Questo è il messaggio che ho letto dall’evento, che ho potuto far mio grazie ad una lunga digestione, e che ho creduto doveroso dover trasmettere attraverso il mio blog.

La vignetta di Tom Fishburne ovviamente spiega al meglio questi concetti, con l’ironia di sempre!

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shopping futuro innovazione

Stiamo entrando in un’era unica ed irripetibile di integrazione tra online ed offline, dove le esperienze degli utenti sconfinano sempre più dal monitor per entrare nella vita reale, e viceversa quelle che partano nella vita reale fanno un salto su qualche dispositivo elettronico.

Lo shopping è uno dei protagonisti di questa rivoluzione: magazine, blog, startup lavorano e studiano questa integrazione dagli svariati punti di vista che questa offre, cercando di capire e intuire da dove partiranno e quali saranno i percorsi di acquisto del futuro.

In questi giorni (23/7/2014) sono stato invitato da Intesa Sanpaolo a partecipare al loro evento a Torino “Intesa Sanpaolo e MasterCard, disegnare il futuro, insieme“, in via Santa Teresa 9, all’interno del loro centro per l’innovazione, per vedere quelle che sono potenzialità future su forme di pagamento altamente innovative che potranno nascere dalla collaborazione Intesa Sanpaolo e MasterCard.

Accolto dunque nella deliziosa sede di Santa Teresa 9, in cui l’architettura moderna degli spazi creativi abbracciava le colonne in stile dorico della “vecchia banca”, ho potuto assistere a questa tavola rotonda in cui hanno preso parte dirigenti di Intesa Sanpaolo e di MasterCard, salvo poi terminare con la firma dell’accordo tra le due società.

L’evento dunque si è sviluppato con il racconto di ciascuno dei partecipanti alla tavola rotonda di quello che è innovazione e come questa viene intesa.

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cultura mercato

Sono oltre due settimane che sto riconducendo molti dei dibattiti che ho il piacere di sostenere con colleghi, amici, incontrare sul web, o formulare interiormente in questa dicotomia finale: cultura o mercato?

O meglio, si potrebbe riformulare dicendo: lo stiamo facendo/ è meglio farlo per la cultura o il mercato?

Prima di immergerci nelle considerazioni e riflettere andiamo a definire operativamente di due termini:

Cultura
L’insieme delle cognizioni intellettuali che, acquisite attraverso lo studio, la lettura, l’esperienza, l’influenza dell’ambiente e rielaborate in modo soggettivo e autonomo diventano elemento costitutivo della personalità, contribuendo ad arricchire lo spirito, a sviluppare o migliorare le facoltà individuali, specialmente la capacità di giudizio.

Mercato
In senso concreto, il luogo dove avvengono le contrattazioni per la vendita e l’acquisto di determinati prodotti e dove normalmente si incontrano, tutti i giorni, o in giornate stabilite, compratori, venditori e intermediari per effettuare transazioni commerciali relative a merci varie o anche a una sola merce.

Leggendo le definizioni della Treccani dunque, possiamo sintetizzare che mentre la Cultura fa qualcosa (e poi definiremo l’oggetto) per ampliare la persona e la civiltà ad essa correlata, il Mercato lo fa per vendere, per essere appeal e desiderabile.

Gli oggetti su cui si può abilmente declinare questo quesito dicotomico, per non ritrovarsi a parlare del sesso degli angeli, sono dei più rilevanti ed attuali, e vanno dal disegno dei corsi di laurea per una facoltà, alla scelta del nuovo libro da acquistare, al modo con cui si può prestare un servizio e lavorare.
Questi sono solo alcuni dei casi reali in cui io ho avuto il piacere di imbattermi, ma capirete bene che possono essere ampliati senza problema alcuno.

Andiamo ora al centro del problema: quando si progetta e delinea la strategia d’azione (pensate al caso reale di acquistare un libro), che poi produrrà effetti a cascata nell’ambito operativo, occorre farlo in termini ampli tenendo a mente una visione globale che metta al primo posto la ricerca all’evoluzione più ampia, che trascende dal mercato o invece, è giusto intuire il vuoto d’offerta e spingere le proprie energie in quella direzione, seppur con un approccio il meno ottuso possibile?

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conad gente che sconta

Si chiama Conad Gente che Sconta, ed è l’ultima trovata di marketing effettuata da Conad Centro Nord per aumentare la fedeltà dei consumatori e migliorare le performance dei punti vendita.

Vediamo di vedere di cosa si tratta (studiare la meccanica) e poi capire i retroscena di questa inusuale iniziativa (è vero, anche Esselunga permette di scegliere il proprio coupon, ma lo fa con una meccanica diversa).

La procedura è abbastanza semplice, la promozione nasce come una sorta di crowd-promotion, ossia una promo creata dal pubblico, dai clienti, e non a monte dai rispettivi buyer/ uomini di marketing.
Il consumatore dunque, ha avuto (parlo al passato in quanto questo periodo si è concluso) un periodo in cui lui stesso poteva votare quali prodotti (all’interno di un’ampia scelta data dal distributore) inserire nel volantino: una customizzazione alla pratica della promozione.

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Questo weekend sono stato ospite del #30IFIStour, blog tour organizzato da Banca IFIS per festeggiare il 30esimo compleanno
(chi mi segue su twitter avrà notato le decine di twitt con hashtag #30IFIStour, diventato anche top trend Italia).
Per l’occasione la banca ha convocato una decina di persone con la duplice vita da blogger/consulenti per portarli nel cuore di Roma e passare due giorni insieme per raccontarsi, passare delle piacevoli giornate, ispirare, essere ispirata e discutere su alcuni temi d’unione tra il mondo del web delle banche.

Nelle due giornate di Banca IFIS blog tour ci sono stati molti momenti di dialogo e riflessione, sia tra coloro che arrivavano dal mondo blog/web, sia con il management della banca presente con AD Giovanni Bossi, Direttore Generale Alberto Staccione e Direttore della Comunicazione Mara di Giorgio seguiti dall’ottimo staff dell’area comunicazione.

Prima di iniziare a raccontarvi (con commento) gli aspetti che più mi hanno colpito/coinvolto, voglio sottolineare la semplicità e l’informalità con cui il tutto si è svolto: niente (o pochissime) cravatte, abolito il lei e la possibilità di rivolgersi a chiunque nella più ampia semplicità possibile (dettagli, a mio avviso, non da poco).

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Bene, ora posso raccontarvi i punti hot usciti da questa 2giorni:

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