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December, 2015 Monthly archive

spinea notte

La camera in soqquadro e la luna che splende a metà.

Tra il corridoio e la stanza si fanno spazio scatole e sacchi, fanno a gara a chi riesce a contenere il maggior numero di ricordi, di momenti, di sensazioni. Fuori è salita la nebbia, non si vedevano le stelle da quasi una settimana. Si torna a vedere il cielo, a respirare a testa alta senza temere che l’umidità appanni gli occhiali.

Buonanotte Spinea.

Sarà l’ultima volta che te la auguro e l’ultima volta che vedrò la luce di quel lampione di via Roma entrare curioso tra i fori della tapparella per accompagnarmi gentile verso il pacifico dormire.

Dopo 16 mesi, posso dirti quel ciao che aspettavo di gridarti, di urlarti dal primo ciao, quasi bisbigliato ed in punta di piedi che ti ho detto quando sono arrivato.

Mi ricordo ancora il giorno del colloquio, con quel caldo afoso che solo chi vive tra la pianura padana e Venezia conosce. Ti rallenta, ti fa respirare a stento, e ti accompagna nella nebbia di mezza stagione, nella nebbia d’inverno, bassa e silenziosa. E tu te ne stai fermo lì, ad aspettare il profumo dei fiori della primavera.

Distante dalla frenesia della grandi città, ma vicina alla saggezza ed al fascino veneziano mi hai insegnato molte cose, più di quante me ne aspettassi, e grazie a te ho fatto incontri più e meno felici. Fortunatamente, come nelle belle storie, gli incontri più felici hanno superato quelli meno.

Lontano dal caos ho potuto pensare ed ho imparato a conoscermi.

Dalla curiosità per quello che provavo tra le tue mura, ho esplorato il significato di introspezione, da lì, quello di filosofia e mi si è aperto un mondo straordinario, che spazia dall’antica Grecia all’attualità dei media. Sociologia, politica, ma anche storia e cultura, senso di apparenza e criticità al moderno.

Mio padre l’ha definita più volte come una baita nel sentiero in salita che è la vita.

La vita di chi aspira alla cima, alla vetta, di chi non si fermerebbe mai, di chi continuerebbe a salire, giorno e notte.

Ed invece gli alpinisti sanno che è bene fermarsi per riflettere, per riposare.

E così ho imparato a fare.

Perché il piacere di surfare la vita, seguendo mode, ritmi elevati e la dinamica adrenalina deve saper incontrare anche la curiosità e la saggezza dell’immersione, perché per ogni metro di superficie che surfiamo, quasi senza accorgercene, ci sono decine se non centinaia di metri di profondità da esplorare, sotto, che stanno li, e sfuggono all’osservatore che va di fretta. Ma che nascondono tesori che solo chi ha la pazienza di aspettare riesce a scorgere.

Dunque grazie, grazie per avermi fatto capire questo.

Grazie per avermi fatto incontrare persone meravigliose ed avermi fatto apprezzare l’importanza del saper stare con se stessi.

Ora provo a tornare a surfare, più consapevole, curioso e critico non solo verso la prossima onda, ma anche verso ciò che la fa muovere e rende quel mare ciò che è. 

Buonanotte Spinea.

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