— Siro Industry

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May, 2012 Monthly archive

According to.. inizierei così questo nuovo post figlio di diverse discussioni e pure una puntata televisiva condotta da me (presto dovrebbe andare in onda, spero) e alla quale hanno partecipato Veronica di Cool Never Hide, e Gianmarco Altieri di Rovigo2.0.

L’argomento principe di questa riflessione, nonché corollario di pezzetti di dibattito ed analisi sociale, è il modo in cui i Social Network ci aiutano a restare in contatto con amici, parenti, o semplicemente, conoscenti.

La provocazione di questi giorni nasce da uno scambio di messaggi con una cara amica, che come tutti coloro che iniziano ad investire parte del loro tempo nei canali social, mi espone un sagace dubbio: “Il rischio è passare più tempo al pc che non parlando con la gente!”.
La perplessità di Roberta dunque, nasce a spontanea a chiunque inizia a controllare il profilo Facebook più volte al giorno, a rispondere ai tweet, a pinnare un paio di foto, e se tale provocazione non viene curata ed argomentata rischia di diventare un luogo comune, una chiacchiera da bar, perdendo molte verità nascoste al suo interno.

Queste verità le ho un po’ scoperte chiacchierando con i due blogger di cui sopra, da cui ne è uscito che i social network non devono essere visti come un surrogato alla conversazione normale, personale, un perfetto sostituto alle chiacchiere fatte in metro o in treno, ma devono essere interpretati come un integratore di queste, un valore aggiunto.
Vi spiego perché:

Osservando la routine delle persone, si scopre che tra lavoro, hobby, sport, ore passate a spostarsi, in fila ad aspettare il proprio turno, si hanno davvero poche opportunità per fermarsi a chiacchierare o per riuscire ad organizzare degli aperitivi o cene con i propri contatti. Viceversa invece, si ha tanto tempo in cui o si è mezzo ad estranei, o si è isolati tra i sedili di un treno, piuttosto che nelle code alla cassa del supermercato. Per non parlare poi dei momenti di solitudine in cui si è a casa, dopo una dura giornata di lavoro, o si è in trasferta per altre ragioni.

In tutti questi momenti, che normalmente passiamo ascoltando musica, completando parole crociate o sudoku, o urigliando i discorsi altrui, si rivelano attimi preziosi per coltivare relazioni, risentire vecchi contatti, vedere le foto della vacanza dell’amico d’oltreoceano, piuttosto che interessarsi della relazione del vicino di casa.
Un tweet, un messaggio privato poi, sono lo strumento per ravvivare un proprio contatto, for keeping in touch come si dice all’estero, e per alimentare la propria rete di amici, anche se fisicamente non si avrebbero le opportunità di farlo.

Un nuovo mondo di opportunità si sta aprendo e sviluppando davanti ai nostri occhi, cerchiamo di tenerli aperti, e di leggere ciò che accade con la giusta chiave di lettura.

Saluti

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Inizio questo post così, senza tanti frondoli:

oggi grazie alla Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Padova, sono stato in visita aziendale in Ratti.

“Bene” penserete, e dal nome dell’azienda, Ratti, ben pochi avranno inquadrato il settore, la tipologia di azienda, e perché è interessante raccontare online quest’esperienza.
Vi do allora un aiutino: l’attuale nome completo è Ratti-Marzotto.
Qui forse qualcuno al leggere Marzotto comincia ad intuire il settore, magari l’importanza e la notorietà dell’azienda a livello internazionale.

Per chi invece ha letto queste prime righe uscendone con un pugno di mosche in mano vi dirò qualche parola su tale realtà italiana:
Ratti è una delle principali aziende a livello internazionale nell’industria tessile e nel lavoro della seta.

Fondata nel 1945 da Antonio Ratti per la produzione di cravatte e foulard, è giunta ad oggi a presentarsi come l’azienda fornitrice di tessuti per la stragrande maggioranza delle case fashion in tutto il mondo, e di ogni posizionamento: dal lusso di Luis Vuitton, Dolce&Gabbana, Salvatore Ferragamo o Hermès, al mondo fast fashion di Zara.

Ora che avete ed abbiamo inquadrato l’azienda per la sua portata, vi svelo le curiosità che più mi hanno colpito dalla presentazione e dalla visita aziendale.

Oltre lo stile architettonico dell’azienda, i tanti fiori all’esterno, ciò che sicuramente rimane impresso, è l’archivio: una sorta di cabot in cui sono contenuti al loro interno oltre 300.000 patterns, ossia campioni di stoffa realizzati dall’azienda dalla sua fondazione ad oggi ed ordinati per genere di fantasia e di brand. Un vero e proprio luogo di riflessione artistica in cui personale e clienti possono cercare l’ispirazione tra fantasie quadri, linee, fiori, passando dall’estroversità di Cavalli,  alla tradizione di Valentino.

Altra cosa davvero interessante, è vedere come nascono le grafiche per i tessuti degli abiti che sfilano in passerella, o vengono messi nelle vetrine più esclusive al mondo. Un attenta ricerca di stili e concept, che va a concretizzarsi in una sapiente sinergia tra acquerelli, pennelli, i tratti fatti a mano, e le tecnologie di grafica vettoriale, di photoediting, dando vita alle proposte per il cliente, a ciò che poi verrà stampato sulle tante bobine di tessuto.

Dal lato artistico dunque, a quello più meccanico e industriale della stampa, l’azienda è strutturata in modo da generare dei gruppi di lavoro che seguano e si interfaccino con il cliente, ascoltando ed implementando ogni richiesta. È il cliente dunque il punto focale dell’azienda, ed infatti le quattro aree strategiche dell’azienda sono definite in tal modo: Donna, Uomo, Prodotto Finito e Arredamento.
Diversificazione per poter sfruttare al meglio la struttura immobiliare dell’azienda, tenendo ben distinto però i diversi clienti, ed il modo di lavorare per essi.

Se infatti per le grandi firme la sfida è la ricerca del dettaglio, l’esclusività ed il sapiente sapersi innovare rimanendo comunque legati al brand ed ai valori che questo trasmette, con il fast fashion la sfida si traduce in rapidità di cambiamento, capacità di previsione ed ascolto del cliente: tre settimane sono il tempo per realizzare un tessuto partendo da zero.

Stimoli e motivazioni diverse dunque, a seconda del ramo d’azienda in cui si lavora, ma una coerente cultura aziendale legata alla ricerca, alla soddisfazione del cliente e all’ascolto delle proprie passioni in quanto, a detta della dirigenza aziendale, “Occorre capire da subito quali sono le passioni di chi vuole lavorare per Ratti: poiché quando una persona ama il proprio lavoro rende il massimo, ed il massimo è ciò che noi vogliamo per la nostra azienda.”

Belle parole, e a parere mio ben implementate, data l’aria serena e di impegno che si respirava all’interno delle mura aziendali.

Saluti

 

 

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Credo di non sbagliarmi nel dire che questa volta Nike ha creato lo spot perfetto.

Si chiama My Time Is Now ed è la nuova campagna pubblicitaria del colosso sportivo americano: lo spot è molto simile agli ultimi visti in televisione ed online, riprende i giocatori in campo mentre a suon di prodezze superano gli avversari, mentre vengono rincorsi da una folla di ragazzi vestiti Nike.

La versione televisiva, 1.0, è il classico videoclip di 3 minuti, spettacolare ed emozionante, ma già visto.
Il vero colpo di genio Nike lo sfodera online, nel proprio canale YouTube.

Conscia infatti dell’importanza di costruire una campagna pubblicitaria in cui web e televisione si intrecciano, ed in cui è essenziale essere coerenti con tutti gli aspetti del proprio brand, Nike sviluppa la versione 2.0 del proprio spot, e dentro non manca proprio nulla.
Questo spot infatti, è strutturato in modo tale da creare degli iperlink all’interno del video che a mo’ di caccia al tesoro devono essere colti dallo spettatore, cliccati ed infine visualizzati.
Ognuno di questi poi, porta a contenuti aggiuntivi, comunicati con forme originali ed accattivanti.
Scopriamo dunque com’è composto il nuovo spot Nike!

1. L’attenzione per i giovani: 
Nike guarda al futuro e come protagonisti mette a fianco delle celebrity una vasta schiera di giovani campioni di fama internazionale che sfilano sul campo, esibendosi in performance straordinarie.
Oltre a ciò, punta molto sul talent scouting attraverso il proprio programma The Chance.

2. La multimedialità:
Cliccando sui giocatori mentre questi entrano in scena nel nuovo spot Nike, è possibile leggere caratteristiche del singolo calciatore e scoprire qualche curiosità grazie alla frase citata del giocatore stesso.

3. L’eco-sostenibilità:
Da 6 bottiglie di plastica riciclate, Nike produce le divise indossate dai più forti giocatori al mondo, e lo spazio Nike Better World fa capire come l’azienda americana sia promotrice di questa sfida ambientale riportando il vero spot di marketing 3.0.

4. Salute fisica:
Qui entra in gioco Cristiano Ronaldo che attraverso un siparietto davvero simpatico suggerisce diversi esercizi fisici per rimanere in forma: questo aspetto può essere interpretato come una via per combattere la forte obesità mondiale dei giovani e creare valori di benessere fisico e salute del corpo.

5. Mente calcistica:
Nike rivendica il fatto che non basta il fisico, occorre anche la mente per essere un forte calciatore, e quindi mette online una sorta di quiz calcistico dove ognuno può misurare il proprio Quoziente Calcistico.

6. Gamification:
Grazie alla collaborazione con Sega, Nike fa indossare le Vapor a Sonic, il noto personaggio dei giochi Sega, e permette a chi guarda il video di farsi una bella partitina in un gioco sempre di moda, contestualizzato al calcio e al brand Nike.

7. Spogliatoio e Fuelband:
Nike mostra i suoi prodotti, da un lato le collezioni di scarpe in formato ecommerce attraverso la simpatica vetrina/spogliatoio, e dall’altro introduce il nuovo rivoluzionario Fuelband: bracciale che misura l’attività fisica giornaliera, il consumo di calorie ed altri valori.

8. Nike Barbershop:
Date le eccentriche acconciature dei diversi calciatori, da Neymar a Balotelli, Nike mette a disposizione un’applicazione in cui è possibile creare un fotomontaggio al proprio volto con la pettinatura del proprio giocatore preferito!

Insomma, uno spot straordinario, ricco di contenuti e di idee, che colgono perfettamente tutti i trend del momento e fanno percepire a pieno i valori di dinamicità e di protagonismo di Nike.
I 9 contenuti suddetti sono nascosti in questo video, riuscirete a trovarli tutti come ho fatto io?
Qui trovate il video!

Ah, dimenticavo, ogni traguardo, contenuto esplorato, risultato ottenuto, è condivisibile attraverso i social media, Nike non si è scordata di essi, tant’è che c’è pure l’hashtag ufficiale: #makeitcount !

Saluti

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Avete il profilo Facebook da qualche anno, iniziate a cinguettare intensivamente con Twitter, quando siete in qualche posto nuovo dovete per forza fare un check-in con 4sq e per sfizio vi siete pure fatti Google+?

Avete poi inserito il vostro CV su LinkedIn e magari aggiornate pure un blog?

Che abbiate tutte queste presenza social o meno, dopo un po’ che ci si interfaccia con questi strumenti, si inizia a cogliere la sensazione che è necessario unire tutte le diverse presenze web per avere un’idea di quale sia il valore della propria influenza sul web.

Tra i diversi siti che misurano l’influenza quello che più si sta diffondendo tra gli esperti del settore è BrandMentions! (link updated to https://brandmentions.com/brand-tracker/ on 19-11-2020 as Klout is out of business)

Per la prima volta nella storia dell’uomo infatti, le relazioni sociali delle persone sono misurabili data la migrazione di queste sul web: quando infatti si condivide, si commenta, o si creano contenuti, si riceve importanza, grazie all’influenza di coloro che ci seguono.

Per misurare e dare uno score dell’influenza, Klout connette tutti i diversi social media in cui è presente l’utente e attraverso tre passi cerca di stimare un punteggio ed uno stile Klout:

  1. Copertura reale: il numero di persone che sono toccate e seguono attivamente quanto pubblicato e condiviso dall’individuo;
  2. Amplificazione: quanto di ciò che è stato condiviso viene commentato, ricondiviso ed apprezzato;
  3. Network: qual è il tipo di rapporto che esiste tra gli utenti top di un social network e l’utente in questione, come questo riesce a mettersi in evidenza a suon di condivisioni ed apprezzamenti.
La somma ponderata di queste parti dunque, cerca di stimare il Klout Score dell’individuo, andando a dare un punteggio anche a quelli che sono i principali argomenti di condivisione e di interesse dell’utente.
Criticato da molti, ed apprezzato da altri, Klout rappresenta comunque un punto di partenza e di riflessione verso la direzione che i social media stanno prendendo: da semplici passatempi, a stimatori di influenza!
Saluti
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Siro Industry compie 3 anni!
Per festeggiare questo bel traguardo, ci siamo fatti due regali:

  • una presentazione che racconta come si è evoluto il blog in questo periodo
  • il dominio di proprietà che sarà disponibile online nei prossimi giorni
Abbiamo raggiunto i 1000 Mi Piace su Facebook, e di ciò andiamo molto fieri, in quanto dimostrano una lenta, ma costante crescita.
Grazie a voi che leggete, condividete, parlate di noi, di Siro Industry.
Buona visione!Presentazione

Hashtag della giornata? #hbsi  (Happy Birthday Siro Industry)
Saluti
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Vi devo assolutamente segnalare questa iniziativa che si sta svolgendo in questi giorni nel centro storico di Rovigo: Osservatorio M’intrigo, una mostra/osservatorio organizzata da M’intrigo, progetto che collabora con l’Università di Rovigo, e che vuole mostrare, al termine dei primi 3 anni di attività, il suo report ottenuto.

Una mostra curata graficamente e concettualmente in ogni dettaglio, sotto la sapiente guida di Laura Bortoloni ed Enrica Crivellaro, che supportate da un ricco staff di studenti e docenti, sono riuscite a mettere in piedi questo evento.
Una settimana di mostra dunque, presso la Pescheria Nuova di Rovigo, per osservare e leggere questi dati e riflessioni su una città in continuo sviluppo.

Per rendere lieto l’intrattenimento poi, sono state organizzate sei serate a tema, ognuna particolare e con un suo che di interessante (trovate il programma qui).

Ieri c’è stata l’inaugurazione, e Siro Industry non poteva mancare a rubare qualche scatto per mostrarvi in anteprima cosa c’è da vedere, e come il tutto sia curato in ogni dettaglio.

Tra l’altro l’evento del giorno prevedeva un emozionante aperitivo marchiato Bice. con un’incantevole performance live degli Jazz Incoming 4th.
La cosa che più sorprende a mio avviso, è l’allestimento: totalmente effettuato in cartone alveolare, eco-sostenibile, ha messo da parte pvc e materiali più inquinanti, e ha dato un tocco green a questa mostra tutta giovane!

Interessante anche la parte social media dell’evento: ogni giorno ci sarà il live twitting dell’evento dall’account ufficiale con hashtag #rovigomintrigo ed in più è curato un profilo SoundCloud in cui verrano registrate intervisti e tratti della serata evento, day by day.

Una bella sinergia di dinamismo, creatività ed innovazione, a voler dare un segnale importante ad una città in cui fino a poco tempo fa nessuno voleva intrigarsi, e dove invece ora scatta pure l’hashtag #rovigomintrigo!

Saluti
PS: trovate noi di Siro Industry tutta la settimana durante gli eventi in Pescheria: passate a salutarci 😉

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