According to.. inizierei così questo nuovo post figlio di diverse discussioni e pure una puntata televisiva condotta da me (presto dovrebbe andare in onda, spero) e alla quale hanno partecipato Veronica di Cool Never Hide, e Gianmarco Altieri di Rovigo2.0.
L’argomento principe di questa riflessione, nonché corollario di pezzetti di dibattito ed analisi sociale, è il modo in cui i Social Network ci aiutano a restare in contatto con amici, parenti, o semplicemente, conoscenti.
La provocazione di questi giorni nasce da uno scambio di messaggi con una cara amica, che come tutti coloro che iniziano ad investire parte del loro tempo nei canali social, mi espone un sagace dubbio: “Il rischio è passare più tempo al pc che non parlando con la gente!”.
La perplessità di Roberta dunque, nasce a spontanea a chiunque inizia a controllare il profilo Facebook più volte al giorno, a rispondere ai tweet, a pinnare un paio di foto, e se tale provocazione non viene curata ed argomentata rischia di diventare un luogo comune, una chiacchiera da bar, perdendo molte verità nascoste al suo interno.
Queste verità le ho un po’ scoperte chiacchierando con i due blogger di cui sopra, da cui ne è uscito che i social network non devono essere visti come un surrogato alla conversazione normale, personale, un perfetto sostituto alle chiacchiere fatte in metro o in treno, ma devono essere interpretati come un integratore di queste, un valore aggiunto.
Vi spiego perché:
Osservando la routine delle persone, si scopre che tra lavoro, hobby, sport, ore passate a spostarsi, in fila ad aspettare il proprio turno, si hanno davvero poche opportunità per fermarsi a chiacchierare o per riuscire ad organizzare degli aperitivi o cene con i propri contatti. Viceversa invece, si ha tanto tempo in cui o si è mezzo ad estranei, o si è isolati tra i sedili di un treno, piuttosto che nelle code alla cassa del supermercato. Per non parlare poi dei momenti di solitudine in cui si è a casa, dopo una dura giornata di lavoro, o si è in trasferta per altre ragioni.
In tutti questi momenti, che normalmente passiamo ascoltando musica, completando parole crociate o sudoku, o urigliando i discorsi altrui, si rivelano attimi preziosi per coltivare relazioni, risentire vecchi contatti, vedere le foto della vacanza dell’amico d’oltreoceano, piuttosto che interessarsi della relazione del vicino di casa.
Un tweet, un messaggio privato poi, sono lo strumento per ravvivare un proprio contatto, for keeping in touch come si dice all’estero, e per alimentare la propria rete di amici, anche se fisicamente non si avrebbero le opportunità di farlo.
Un nuovo mondo di opportunità si sta aprendo e sviluppando davanti ai nostri occhi, cerchiamo di tenerli aperti, e di leggere ciò che accade con la giusta chiave di lettura.
Saluti
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