— Siro Industry

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August, 2010 Monthly archive
Siro Industry Tube: In cucina con la Giovannina.
The new Season
Scopri le ricette proposte dalla Giovannina:
 facili, veloci, sfiziose, ma soprattutto, da leccarsi i baffi!
Prossimamente su Siro Industry Tube.
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Buongiorno e benritrovati su Siro Industry,
il cantiere per la nuova serie di Siro Industry Tube è aperto, e che lo vogliate o no, vi aspettano numerose novità, che pian piano verranno svelate.

Comunque sia, tornando a noi, ho un quesito da proporre:

che rapporto c’è tra carattere e aspetto fisico?

Una domanda che sorge spontanea con il passare del tempo, dato che non sempre la crescita ormonale va di pari passo con quella psicologica/caratteriale. E quindi da qui l’esternalizzazione verso le persone che si incontra per strada e la gente che si vede per tv.
Il pensiero più rapido è più facile è quello rivolto ad un culturista, un soggetto pieno di muscoli e dall’effetto visivo impressionante: quanto la sua personalità riuscirà a supportare le fini definizioni sul suo corpo? Egli dev’essere per forza una bestia anche caratterialmente, o il più delle volte si tratta di soggetti timidi?

Passiamo poi alle ragazze che in apparenza sembrano tranquille, con qualche kilo in più e non ossessionate dalla moda o dal make-up; fanciulle che alla voce imprinting non hanno certo l’etichetta di femme fatale; quanto possono riuscire a sorprendere chi sta davanti loro svelando una mentalità più solida e aperta rispetto ad altre coetanee?

A queste riflessioni vorrei chiedere a voi una risposta, così per sentire il vostro parere..

Saluti.

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Feel the new season
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Benritrovati,
nuovo aggiornamento di Siro Industry, con un post che è nato un paio di sere fa, mentre ero in autostrada e tornavo da Riccione.

Eravamo in fase di sorpasso, strada a tre corsie, e ho notato con mia sorpresa come tutte le macchine stessero con disinvoltura sulla corsia più interna della carreggiata, nonostante quelle a destra fossero libere, ed una corretta guida suggerisse di occuparle.

Da lì poi, la mia mente ha cominciato a viaggiare, in modo autonomo, distante da quell’asfalto..
Ed è così che ho iniziato a pensare al perché tutti volessero stare sulla terza corsia, la più interna. Nonostante la velocità o la cilindrata della macchina infatti, pareva quasi che ogni individuo si volesse imporre cercando il pezzo di strada più evidente, il più difficile da tenere.
Ricondurre questo comportamento alla quotidianità degli eventi beh, quello è venuto da sé:
ho riflettuto infatti, a tutti quegli atteggiamenti che dalle relazioni interpersonali, alla ricerca della giocata complicata in una partita di calcio, si cerca sempre di fare l’impossibile o l’azione più complicata per cercare di mettersi in luce, di avere l’occhio di bue puntato sulla propria sagoma per poter in qualche modo risaltare, essere messi in evidenza, diventare il centro dell’attenzione.

Dalla figura che avete in mente, un bell’occhio di bue su un palco buio, provate ad immaginare la fattispecie in cui tutti gli spettatori si posizionano al centro; diventerebbero tutti comuni, indistinguibili, lasciando in evidenza i pochi che invece son rimasti comodi sulle poltrone, a guardare lo spettacolo.

Questo perché affinché tutti cercheranno la notorietà (che può essere ritrovata anche nella semplice quotidianità) con gesti impossibili, i veri protagonisti e ricercati, saranno coloro che con la loro semplicità riusciranno ad ascoltare e a rendersi disponibili, poiché anche tutto ciò che è possibile ha una sua difficoltà, e molto spesso ci si dimentica che la semplicità è la chiave per il successo.

Saluti.

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Bentrovati,

quanti sono quelli che hanno il torcicollo per essere stati tutta la notte con il naso all’insù?

Passata la notte di San Lorenzo, quella delle stelle cadenti (tranquilli, la Stella Polare non vi cadrà in testa), ci si ritrova con un elenco in mente: un elenco fatto di speranze che abbiamo agganciato con cura a filamenti dorati che si divertivano a nascondersi tra il buio del cielo, e i lampioni a bordo strada, per sbucare fuori all’improvviso, in un guizzo, un istante, l’attimo per prendere quel sogno che ci girava in testa e assicurarlo alla lacrima di San Lorenzo.

Sì ok, oramai son davvero pochi quelli che ammetterebbero di guardare le stelle cadenti per esprimere i propri desideri, o se lo fanno usano un tono scherzoso, divertente, talvolta adoperato come scusa per stare in compagnia, in una calda notte d’estate.
Perché che ci si creda o meno al miracolo, al desiderio che si avvera, è incantevole notare come, in un’era fredda fatta di Skype e di Veline, ci si diverta ancora a stare insieme sotto le stelle, a sperare…
e ancor più soave è il fatto che intanto, finché si è lì immobili, col naso all’insù e circondati dagli amici di sempre, il desiderio più semplice e nascosto che ognuno ha, si sta già esaudendo..
Saluti
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Prima che l’estate compia il suo ultimo sospiro, prima che il passare una giornata al mare diventi un malinconico ricordo, devo assolutamente recensirvi l’ultimo libro che ho letto:

Un posto nel mondo di Fabio Volo.

Perché tutta questa fretta nel farlo? La risposta più corretta sarebbe: “leggetelo e lo scoprirete da voi”, ma dato che questa rubrica l’ho creata apposta per consigliare e/o recensire, ve lo spiego io.

Un posto nel mondo, è un libro uscito circa nel 2006, e me l’ha fatto scoprire la mia dolce metà dicendomi: “leggilo, secondo me è il libro più bello di Fabio Volo!”.
Ecco, premesso che il mio rapporto con la lettura è lo stesso di un sordo con il Braille, ho deciso di darle retta. E questa è stata la mia fortuna.
La seconda coincidenza è stata che l’ho acquistato il giorno prima di partire per le vacanze al mare, una settimana di relax, e in valigia avevo proprio quel libro.

Bene, fatto questa premessa, vi parlo un po’ del libro, senza alcun spoiler, ma cercando di darvi un’idea di cosa troverete in quelle 246 pagine di Best Seller.
Il genere è narrativo e introspettivo, con una vena ironica che rende leggera e pop la narrazione stessa.
Nonostante l’età del protagonista (sulla trentina superata), il buon Volo, riesce a calare il lettore sin dalle prime pagine nei panni di Michele (protagonista), il quale trasporterà il lettore in un’esperienza di vita e in un viaggio dentro i pensieri comuni e racchiusi in ogni persona che riesce ancora a fermarsi a pensare, a riflettere, su ciò che è e su ciò che gli sta attorno.

Un viaggio: questo è la parola giusta per raccontare “Un posto nel mondo”, semplice, diretto e mai banale, ma anzi, introspettivo e toccante, vi stravolgerà per regalarvi una sensazione di serenità e tranquillità costante.
Ecco perché vi consigliavo di gustarlo davanti al fruscio del mare, sotto una lenta brezza estiva.

Saluti.

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