Buonasera,
è da un po’ che avevo voglia di postare su quanto andrò a dire, e nello stesso tempo, di sentire come i protagonisti dell’era attuale (voi e noi tutti) la pensate in merito a tale strumento.
QR CODE
Wikipedia a modo suo ci informa che si tratta di un codice a barre bidimensionale, in 2d; può contenere diverse tipologie di informazioni, è nato in Giappone negli anni ’90 e può essere letto da smartphone o telefoni vari.
Inquadrato un attimo l’argomento, iniziamo a caricarlo con domande, possibili applicazioni, idee.
A mio avviso ci troviamo di fronte ad uno strumento estremamente sottovalutato per la versatilità di servizi di cui può farsi carico.
Innanzitutto per farne uno non occorre essere ingegneri informatici, e neppure artisti, ma basta cercare un po’ nel web, e troverete siti come questo che ne generano, in maniera gratuita, ed in funzione alle vostre esigenze.
Facilità d’uso quindi, e poi?
Si parlava di versatilità: eh sì, perché tramite la scansione di questo codice (che ricorda un po’ il bip alla cassa dei supermercati), si possono visualizzare (e in taluni casi appropriarsene) diverse tipologie di dati che il creatore del QR Code ha voluto condividere.
Direi di iniziare dalle schede di contatto (dette anche vcard): file che raccolgono tutte le info di una persone, e che permettono di eliminare la scocciante procedura di inserimento dati di un contatto in rubrica con una semplice scansione (presi magari da un biglietto da visita), rendendo quindi l’operazione più dinamica e fluida.
Ci sono poi i contenuti multimediali! Dietro ad un codice QR infatti, si può agganciare una qualsiasi pagina web: dal blog personale, alla pagina aziendale, ad una galleria di prodotti o ad un’applicazione java.
Ci si può sbizzarrire prendendo video da YouTube o allegati dal proprio computer.
Il tutto per poi essere messo in una matrice, usato come immagine e quindi stampato su qualsiasi supporto: dai biglietti da visita, alle riviste, fino alle t-shirt!
Quali sviluppi?
Beh, qui il campo è molto innovativo e creativo, ma già aziende di grosso calibro si sono messe in gioco: prima tra tutte Tesco (nota catena di supermercati) ha piazzato in qualche stazione metropolitana in Korea dei supermercati virtuali, dove le persone potevano far la spesa mentre aspettavano la metro, tramite l’utilizzo di questi codici.
Altri invece li usano come strumento per connettere una pubblicità in qualche rivista ad un contenuto più amplio nel web, e così via.
Uno strumento potente, per una popolazione in continua evoluzione quindi!
Ma ora tocca a voi: quali usi prevedete in futuro? Pensate sia una forte innovazione, o solo una bolla?
Aspetteremo i vostri commenti,
ma intanto vi chiediamo: avevate notato cosa c’era dietro il flyer di Stile Libero?
Saluti
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