— Siro Industry

Archive
November, 2011 Monthly archive

Oggi vorrei scrivere un post di musica.

Non vi parlerò di quella d’autore, sofisticata e ben costruita, né di quella che si sente in disco, amata dai giovani e odiata dai vecchi. 
La riflessione avrà come protagonista un genere che ha avuto il periodo esplosivo nel finire degli anni 90, e nonostante il millenium bag è riuscita ad arrivare fino ad oggi, sostenuto ed esaltata da una forte schiera di fan mondiali!
Ciò di cui sto parlando è l’ American Pop Music!
I cantanti di riferimento spaziano dalle Britney Spears di turno, Spice Girls e Backstreet Boys degli anni novanta, fino ai più recenti Justin Bieber!

Avete mai tradotto e letto senza musica il testo di una canzone del genere?
Fatelo, e pensate se sentiste un cantante italiano interpretare le stesse parole: avrebbe lo stesso successo?
Io credo proprio di no!
Ed allora, perché continuiamo a canticchiare My loneliness is killing me (and I) I must confess I still believe (still believe) mentre difficilmente ripeteremo (almeno consciamente) le stesse parole in italiano?

Perché nonostante il contenuto frivolo e spesso sempliciotto, tali canzoni hanno avuto un successo planetario?

È presto detto:
lo strepitoso favore è motivato dal desiderio mondiale di voler imparare l’inglese, di voler speakare qualche parola nella lingua più parlata al mondo.

Per farlo allora, abbiamo bisogno di frasi semplici, con parole conosciute, da ripetere canticchiando, e nel farlo ci sentiamo più soddisfatti, linguisticamente avanti; e pur di esserlo siamo disposti anche a canticchiare versi del genere, con nonchalance e disinvoltura.

Superata la fase Easy English però, ci si comincia a fare qualche domanda, ed ecco che i gusti cambiano, le canzoni nell’iPod anche, però intanto l’ex cantante preferito ha fatto il disco di platino..


Poi in qualche modo queste canzoni caratterizzeranno un periodo della vita di ognuno di noi, e nonostante il tempo passi, appena sentiremo alla radio le Spice Girls, urleremo a squarciagola If you wanna be my lover, you gotta get with my friends.. sorridendo!

E voi, che ne pensate di queste canzoni super commerciali?
Saluti

Read More

Buonasera,
è da un po’ che avevo voglia di postare su quanto andrò a dire, e nello stesso tempo, di sentire come i protagonisti dell’era attuale (voi e noi tutti) la pensate in merito a tale strumento.

QR CODE 

Wikipedia a modo suo ci informa che si tratta di un codice a barre bidimensionale, in 2d; può contenere diverse tipologie di informazioni, è nato in Giappone negli anni ’90 e può essere letto da smartphone o telefoni vari.

Inquadrato un attimo l’argomento, iniziamo a caricarlo con domande, possibili applicazioni, idee.
A mio avviso ci troviamo di fronte ad uno strumento estremamente sottovalutato per la versatilità di servizi di cui può farsi carico.

Innanzitutto per farne uno non occorre essere ingegneri informatici, e neppure artisti, ma basta cercare un po’ nel web, e troverete siti come questo che ne generano, in maniera gratuita, ed in funzione alle vostre esigenze.

Facilità d’uso quindi, e poi?
Si parlava di versatilità: eh sì, perché tramite la scansione di questo codice (che ricorda un po’ il bip alla cassa dei supermercati), si possono visualizzare (e in taluni casi appropriarsene) diverse tipologie di dati che il creatore del QR Code ha voluto condividere.

Direi di iniziare dalle schede di contatto (dette anche vcard): file che raccolgono tutte le info di una persone, e che permettono di eliminare la scocciante procedura di inserimento dati di un contatto in rubrica con una semplice scansione (presi magari da un biglietto da visita), rendendo quindi l’operazione più dinamica e fluida.

Ci sono poi i contenuti multimediali! Dietro ad un codice QR infatti, si può agganciare una qualsiasi pagina web: dal blog personale, alla pagina aziendale, ad una galleria di prodotti o ad un’applicazione java.
Ci si può sbizzarrire prendendo video da YouTube o allegati dal proprio computer.

Il tutto per poi essere messo in una matrice, usato come immagine e quindi stampato su qualsiasi supporto: dai biglietti da visita, alle riviste, fino alle t-shirt!

Quali sviluppi?
Beh, qui il campo è molto innovativo e creativo, ma già aziende di grosso calibro si sono messe in gioco: prima tra tutte Tesco (nota catena di supermercati) ha piazzato in qualche stazione metropolitana in Korea dei supermercati virtuali, dove le persone potevano far la spesa mentre aspettavano la metro, tramite l’utilizzo di questi codici.

Altri invece li usano come strumento per connettere una pubblicità in qualche rivista ad un contenuto più amplio nel web, e così via.

Uno strumento potente, per una popolazione in continua evoluzione quindi!

Ma ora tocca a voi: quali usi prevedete in futuro? Pensate sia una forte innovazione, o solo una bolla?

Aspetteremo i vostri commenti,
ma intanto vi chiediamo: avevate notato cosa c’era dietro il flyer di Stile Libero?
Saluti

Read More

E così mentre tutti cercano di prelevare il pubblico dallo schermo domestico, protagonista ormai invecchiato di tutte le case del mondo, per trascinarlo a suon di qrcode e contenuti speciali nel web,
c’è chi fa l’opposto.

Da sempre controcorrente, innovativo e spregiudicato, nonostante qualche capello grigio in più, lui di certo non ha perso lo smalto vivo, ma anzi lo ha rinforzato e reintegrato.

Di chi stiamo parlando, sicuramente l’avrete capito, Rosario Tindaro Fiorello che dopo un paio d’anni lontano dalle scene è tornato su una tv spenta e grigia riportando colore e varietà.

Il Varietà, quel programma che spesso si perde nelle domeniche pomeriggio o nei reality importati, ritorna a splendere grazie al talento e all’ironia di questo show man.

Ma vediamo da dove deriva tale successo!

#social : la strategia di comunicazione è partita con largo anticipo, sul web. Già da un paio di mesi prima della messa in onda infatti, il caro Fiorello si era sinuosamente inserito nel mondo di Twitter, e partendo in sordina con un lento crescendo, è riuscito a rendere i suoi follower parte integrante della preparazione dello show, facendoli sentire dietro le quinte.

#spensierato : via i dogmi, la falsità, la perfezione della tele! E benvenute invece, alle emozioni 2.0 del conduttore, che condivide, si interfaccia con il pubblico, gli diventa amico, senza dimenticare di condurre uno show.

#talentovero : questo l’hashtag usato da Jovanotti per descriverlo. Showman a tutto tondo infatti, riesce a tenere alto il ritmo, sempre, cantando, conducendo, imitando, ballando. Un trionfo di qualità, da unire ad una bella presenza e innegabile simpatia.

E così, dopo una prima settimana trionfale, si ripropone come protagonista assoluto del lunedì sera.
Merito suo se stasera qualche tv in più è rimasta accesa, e colpa sua se domani mattina vedremo qualche occhiaia in più sui volti, felici, delle persone.

Saluti.

Read More

Ripensavo un po’ all’assurdo mondo del calcio, spesso fatto di sotterfugi, scorciatoie e raccomandazioni, e mente lo facevo, sono riuscito ad unire i puntini ed a leggere questa connessione che sto per descrivevi!

Un giocatore non potrà mai eccellere se nei propri interessi pone solo ed esclusivamente se stesso; occorre che egli sia in grado di acquisire una motivazione d’insieme, globale, di squadra per l’appunto.

Nel gergo tecnico si dice essere fedeli alla maglia, e quel che c’é stato verdi sera all’Extra Extra di Padova è stato proprio questo: rendere ogni atomo, parte della facoltà orgoglioso del posto in cui milita, e parte integrante del prestigio stesso che la posizione gli conferisce.

Molto spesso si rischia però che le parole rimangano tali, e si allontanino sempre più dalla concreta realtà della persona, dello studente.
Ma è proprio in occasioni come questa, volute e create dal basso, che le parole si fanno da parte e lasciano spazio alle emozioni, ai sentimenti, alle motivazioni.
Per una persona, una facoltà, un Paese ed un mondo migliore, bisogna partire da qui, da un ballo fatto insieme.

Ecco quindi un sincero complimento a tutti coloro che hanno reso questa serata possibile, studenti, proff  e PTA, allo stesso livello, per una sera: tutti in pista o sul palco, e che festa sia!

Per coloro che si potrebbero chiedere perché mai abbia pubblicato questo post, rispondo: perché è la mia facoltà, e perché in parte, ho contribuito pure io alla realizzazione di questo evento!
Saluti
Read More

Benritrovati,
oggi mentre stavo facendo il Bilancio delle Competenze, è uscita una riflessione molto forte, e nonostante il segreto mi vincoli a non estrarre nulla dalle conversazioni private di tali incontri, quest’idea può essere resa generale, reimpastata, fatta propria, e quindi, condivisa con voi!

Ma secondo voi, la crisi economica attuale, quanto è riuscita a limitarci ed a frenarci nel saper sognare?

Fin da quando eravamo piccoli sognavamo: chi il principe azzurro, chi di volare tra i pianeti, chi di scoprire una medicina per guarire il mondo! Ora invece, se si immagina il proprio futuro, si è molto più con i piedi per terra, e se qualcuno ci invita a liberare la propria immaginazione, lo facciamo con le scarpe di piombo, intimoriti dal poter volare.

L’esperienza e il contesto attuale infatti, ci han ben insegnato che più la bolla si gonfia, più è forte il botto qualora questa scoppiasse, ed al tempo stesso, noi tutti abbiamo recepito questo insegnamento come istruzioni di volo fly down, senza sperare troppo, ma restando ben ancorati alla realtà.

Questa situazione però, limita notevolmente tutto il potenziale disponibile e ritrovabile dietro i sogni, dietro i desideri, allontanandoci quindi dalle diverse passioni che fanno battere il nostro cuore.
Così facendo, corriamo il rischio di non trovare mai la nostra strada, e dato che siamo offuscati da una forte nebbia, tendiamo a perderci sempre di più, stancandoci, e perdendo preziose energie.

Ecco quindi, l’invito a prendersi qualche minuto, chiudere gli occhi, e imparare a sognare, di nuovo.
Pensate un po’: dove vi vedreste fra 30 anni?

Saluti

Read More

Possiamo essere sinceri tra di noi, almeno di domenica mattina?
Di tutte quelle belle griffe, con i prodotti costosi e ben curati (sia mai il contrario) quanto frequentemente vi riempite il guardaroba? Occasioni speciali e/o regali?

Non è un mistero che questo congiuntura abbia modificato il comportamento di molti consumatori, e la tendenza che già da qualche periodo si scorge nei negozi o per le vie del centro è che le boutique devono cedere parte dell’incasso e del parco clienti ai meno raffinati centri del fast fashion.

Fast fashion: una parola da mettere in agenda, perché fa riferimento a tutti quei mondi in cui la moda passa, veloce, ed a basso costo! Avete sicuramente colto che sto parlando della spagnola Zara, della svedese H&M e anche dell’italiana OVS.
Quando infatti la stagionalità delle tendenze incontra la leggerezza del portafogli, non c’è cuore che vi resista, e allora ben vengano soluzioni low cost, dove la qualità non è quella delle grandi occasioni, ma è ottima per il classico tuttigiorni!

Ma questa tendenza non è percepita solo dal basso, dal consumatore che decide in che negozio recarsi nel week-end, ma è ben recepita anche dall’alto, dove note maison e brand cercano di colpire anche quel segmento che si sta allontanando dalla posizione d’origine.

E allora ecco che vediamo stilisti come Lanvin o Versace che collaborano con H&M, siti web di ecommerce che dedicano sconti esclusivi su prodotti marchiati e aumentano la gamma dei prodotti low profile, ed ultima in ordine cronologico, Napapijri si accorda con Coin per l’iniziativa Democratic Wear.

Per un solo giorno infatti (26 nov 2011) la nota casa d’abbigliamento tecnico che negli ultimi anni ha conquistato il mercato con le sue giacche e piumini, è pronta a mettere sul mercato 5000 pezzi di un piumino limited edition che vederà a soli 10 € !

Un prezzo democratico appunto, accessibile ai più, per un prodotto che comunque ha una tradizione ed una cultura alle spalle. Un iniziativa importante che ben si sposa con il trend sopra descritto.
Sarà questa la direzione giusta per rilanciare l’economia in questo settore?

Saluti.

Read More