— Siro Industry

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January, 2011 Monthly archive

Readers, ben tornati,
ecco a voi due righe, nello stile tradizionale Siro Industry, per un’idea tornata in testa dopo un po’ di tempo, e ottima da essere condivisa.

In questo paio d’anni di studi d’Economia, i fattori comuni che legavano più di qualche materia davano come ottica una situazione aziendale o comunque mercantile molto vicina a questa che segue:

Si vive all’interno di nicchie ambientali condizionate da una scarsità di risorse, tali da indurre il comportamento degli individui ad un risparmio di esse, basato sul costo-opportunità che si cela dietro ad ogni scelta.

Detta così può sembrare solo un qualcosa per esperti, con tutti ‘sti termini messi un qua e là un po’ per caso.
E invece no, niente è più adattabile alle più svariate fattispecie quotidiane.
Le risorse, intese come mezzi monetari, ma anche ambientali, o comunque sia più o meno tangibili, e quindi dall’affetto, ai beni materiali, fino all’aria che respiriamo sono caratterizzate da scarsità, vale a dire che non sono infinite. Magari non finiscono nel breve periodo, però seguono un andamento decrescente.
Scegliere quindi, è alla base dell’agire dell’uomo.
Questo o quello, primo o dopo, sono domande che ci si pone quotidianamente per le più svariate argomentazioni: dalle più semplici come acqua o vino, alle più complesse come liquidità o investimento.
Infine la cosa più caratteristica è il trade-off (chiamato anche costo-opportunità).
Questo è ciò che caratterizza ogni cosa.
Qualsiasi scelta ha un trade-off, il rovescio della medaglia, ed è quello che deve farci ponderare le scelte. Il criterio per eccellenza.
Mentre tornavo in macchina, pensavo a questo post, e di trade-off ne ho pensati a centinaia: dalla scelta tra università come investimento, flessibilità, crescita, e il costo-opportunità di poche risorse monetarie, poca autonomia, poco contatto con la realtà riscontrata nel fare un lavoro; alla scelta tra scale ed ascensore: più fatica, ma meno panzetta; autobus: meno inquinante e meno costoso, e automobile: più cara ma più autonoma; e a qualsiasi altra azione venga fatta in ogni singolo istante.

D’ora in avanti quindi, cerchiamo di creare un agire dotato di senso, motivando ogni scelta ci si ponga davanti, se non agli altri, almeno noi stessi, lasciando il meno al caso, o agli altri.
Saluti.

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Le elezioni amministrative sono alle porte.
Come si presenta Rovigo?
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A Gennaio la Giovannina ha deciso di sorprenderci.
Scopri come, guarda il nuovo video!



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Benritrovati,
scusate l’aggiornamento sporadico del blog, ma il periodo è quello pre-esame, e come gli studenti (od ex) lo sapranno, il tempo cala in vista degli esami in modo diversamente proporzionale al numero di pagine da studiare.

Comunque sia, oggi ero alle prese con Organizzazione Aziendale, quando tutto d’un tratto, dopo aver effettuato una telefonata, ho notato che il buon umore fa aumentare la produttività.
Scoperto l’acqua calda no?
Amplifico un po’ il concetto espandendolo verso il mero Buon Umore, quindi indipendentemente questo sia intrinseco, sia ricevuto o semplicemente trasmesso.
Ed è questa la vera novità: il solo fatto di trasmettere un sorriso ad un’altra persona, induce meccanismi tali per cui, una sorta di benestare si amplifica nella persona fonte, al punto tale da indurla a migliorare la produttività nell’attività in corso di esecuzione, o comunque sia, più generalmente, un aumento di serenità nel corso della giornata.

Quasi come la pubblicità AZ quindi: un sorriso crea un altro sorriso, e perché no, la produttività! Ergo, Smile!

Saluti (torno sui tomi)

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Hola amigos.

L’ultima volta l’avevo dipinta così link, la Giovinezza.
Oggi invece vorrei aggiungere qualcosa in più.

L’idea di leggerezza e di serenità che caratterizza questa parte di vita tanto amata da Dorian Gray, è l’effetto fisiologico di una fase ectoplasmatica / embrionale.
Una situazione in cui la mente è libera da ogni tipologia di vincolo legato ad una particolare mansione, o influenzato da determinate scelte. É come se ci si trovasse in una piazza e si potesse scegliere tra un ventaglio di vie disponibili quella da percorrere.
L’idea di libera scelta, in ogni momento. Questo è ciò che rende la Giovinezza il periodo più solare e spensierato di ogni persona. É questo che rende semplici momenti fonti di felicità. Ed è questo ciò per cui si dovrebbe vendere l’anima al diavolo.


Saluti.

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Non credevo potesse succedere, ed invece sì.
Scrivevo sul mio blog quotidiano Siro Life, nel quale scrivo a ruota libera senza rileggere, e di cui vi ho già parlato, e mettendo per iscritto il proposito per il nuovo anno volevo è uscito qualcosa di interessante, qualcosa da condividere con voi.
Ecco il concetto:

Consenso, più importante dell’aria che si respira e più potente di uno Stato, di un sovrano, di un re. Ti induce a comportarti come vogliono gli altri, a seguire i loro progetti, le loro idee. Anzi, detto meglio, ti invita a smussare i tuoi angoli per dare forme più sensuali, più appetibili agli occhi altrui, al fine di avere il Consenso.

Ma se si imparasse a dire No, ad affilare i propri angoli, e a far venire meno questo Consenso, il trade-off sarebbe così abissale? O a volte, è solo la paura della possibilità che questo trade-off esista che ci rende così simili?

Secondo me la risposta è un’altra ancora. Secondo me la verità è che non c’abbiamo voglia. Secondo me il fatto è che ci piace farci trascinare, avere qualcuno che faccia da locomotiva ci risparmia un bel po’ di fatica, e dato che tutti sono avversi alla fatica, il prezzo da pagare (consistente nell’adattamento continuo) è poco più che un nonnulla.

Detto tutto. Voi che ne pensate?
Che sia il caso di ricominciare a fare fatica?

Saluti.

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