— Siro Industry

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January, 2012 Monthly archive

Una provocazione che rompe tanti tabù e fa fare un passo avanti alla società:
definirei così l’esternazione del viceministro Martone che va a definire sfigati coloro i quali non sono laureati entro i 28 anni.
Unitamente a questa, andrei anche a riprendere un’altra provocazione di questi giorni, ossia quella portata avanti dal sito Diritto di Critica che ha sfatato un altro mito, ossia quello del 110 e lode.

Entrambe le dichiarazioni hanno fatto velocemente il giro dei social network e dei tg italiani, e hanno ovviamente diviso la nazione in diverse linee di pensiero: dai più intransigenti, ai tolleranti, fino agli indignati.

Sono parole forti, decise e dette per sfregiare a fondo un’abitudine che sempre più spesso vede protagonista la nostra società.
Se fino a poco tempo fa, chi non aveva voglia di studiare non vedeva l’ora di abbandonare gli studi per imparare un mestiere, guadagnare qualche soldo, ed imparare un’arte professionale, al giorno d’oggi pare che la tendenza sia quella di rimandare in ogni modo tale incontro con il mondo del lavoro, soggiornando per qualche anno all’interno di qualche università, cercando di racimolare una qualunque laurea, studiacchiando qua e là, ponendosi come fine il superamento degli esami, piuttosto che l’apprendimento di una materia.


Ecco quindi il perché di tanti laureati senza lavoro, ecco il perché della perdita di valore di un titolo di studio, la Laurea, diventato troppo inflazionato per poter risplendere del valore che vantava qualche anno fa.
Per questo motivo quindi, togliendo dall’analisi chi non ha concluso un percorso di studi in tempo per via di motivi che vanno oltre l’ordinaria routine, non si può far altro che applaudire la dichiarazione del viceministro al Lavoro.

Altra conseguenza di tale fenomeno, ci conduce all’analisi della seconda provocazione, ossia quella che metterebbe in secondo piano il voto di laurea rispetto alla facoltà, all’Ateneo di provenienza dello studente.
Questo perché molte Università al fine di avere un maggior numero d’iscritti hanno sposato da molti anni una linea di pensiero che già da tempo ha conquistato gli istituti superiori, ossia quella di cercare di far passare un po’ tutti, aiutando ed agevolando gli studenti, dando come eccellente un risultato di poco distante dal minimo sufficiente.

Un’abbassamento degli standard da raggiungere che sì, aiuta le entrate nel breve periodo, ma al tempo stesso allontana le menti più eccellenti nel lungo e fa perdere valore all’Ateneo stesso, facendolo sprofondare nell’abisso di Ateneo-cuscinetto.

Ecco quindi che capirete bene come il voto di laurea necessiti di essere ponderato in funzione del tipo di insegnamenti, al fine di premiare chi ha lavorato giustamente e chi no.
Il metodo di ponderazione però, lunge dall’essere semplice, ed al peggio potrebbe diventare un pregiudizio inaccettabile.

La soluzione migliore sarebbe quella di alzare lo standard, far diventare l’Università quel luogo di respiro in cui chi veramente vuole apprendere ed applicarsi possa accedervi. Solo così potremmo togliere quell’alone di polvere ora presente in molti Atenei, ed al tempo stesso ritornare a splendere nell’Economia globale.

Saluti

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Molte volte ci troviamo di fronte a girare per la nostra cara città e mentre lo facciamo osserviamo situazioni di degrado, inefficienze o veri e propri pericoli che non sono ancora stati sistemati e per i quali non sappiamo come e soprattutto se o meno fare una segnalazione.

Qualora infatti vedessimo un bidone dell’immondizia rotto, una strada con un manto improponibile, o altri disagi, la segnalazione sarebbe un calvario che passerebbe dalla ricerca di un recapito, alla telefonata, all’attesa, ad un sacco di burocrazie che molto spesso scoraggiano in partenza la buona volontà del cittadino.

Illustrata la situazione problematica, ora proviamo a mostrarvi una soluzione:
si tratta di Decoro Urbano, l’applicazione/strumento di punta del momento!

Come spesso accade è un’idea così utile quanto semplice, talmente semplice che venga da domandarsi come sia possibile che fin’ora non ci abbia pensato qualcun’altro. Eppure sembra sia così (ma son pronto a ricredermi).
Cos’è e come funziona: è presto detto!

Decoro Urbano è un’applicazione disponibile per smartphone (iOS e Android) che permette di segnalare attraverso una foto e la geolocalizzazione un fatto tra quelli suddetti!

Vale a dire che con questa applicazione sarete in grado di segnalare un disagio con un paio di click sul vostro telefono: una foto e l’upload di questa vi basteranno ad essere trovati dal sistema gps di localizzazione e la vostra segnalazione sarà rappresentata su una mappa sul sito web decorourbano.org presso cui tutti potranno vedere, segnalare l’avanzamento e l’eventuale completamento delle riparazioni!

Come tutte queste belle iniziative però, il problema è che ci sono, ma bisogna iniziare ad usarle!
Comuni e cittadini, indipendentemente da che parte siate, sappiate che è il momento di utilizzare la tecnologia anche per un bene di tipo sociale, 3.0, utile non solo a se stessi ma a tutta la comunità in cui si è inseriti.

Dimenticavo, il servizio è GRATIS!
Saluti

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Sabato pomeriggio, sole ma ancora freddo! Sono le giornate come questa che ispirano una passeggiata nel centro città, tra shopping e turismo, guance rosse e vecchi incontri.

Nonostante ciò però, molto spesso ci si trova davanti al problema di fermarsi un attimo per bere un caffè, un cappuccino, o qualche dolcezza varia, occorrerebbe quindi quel che nel resto del mondo viene definito come the third place (il terzo posto), per indicarlo come l’alternativa rilassante tra casa e lavoro: un posto dove poter sedersi, chiacchierare, rilassarsi.

In quasi tutto il mondo questa realtà ha un nome: Starbucks!
Noto a chi ha messo già il piede fuori dal confine, la filosofia di questa catena americana di coffee shop (non prendete il termine come foste ad Amsterdam) è quella di creare un ambiente in cui il consumatore può trovare un’oasi dai duri momenti ed ostacoli della giornata.

Non è una marketta, ma ve ne parliamo perché nonostante una serie di paure legate al rapporto dell’Italiano medio con il caffè, che lo vive come un espresso, aromatico e non come il bibitone americano da passeggio, pare che Starbucks stia preparando l’atterraggio nel bel Paese!

Tanti i gruppi su Facebook creati per richiedere l’insediamento della catena nello stivale, e tante le perplessità dei più affezionati al bar sotto casa, fatto sta che prossimamente potremmo bere un Frappuccino o godere dell’ottimo servizio wifi fornito nei vari negozi, senza dover prima prendere un aereo.

Sicuramente una notizia che dividerà in due il mercato, i consumatori, e le persone: chi si sente più cosmopolita, globalizzato, cittadino del mondo, e chi invece, vuole tenersi stretto le proprie, caratterizzanti, tradizioni!
Raccontateci quindi cosa ne pensate, dove vi schierate e se, veramente, abbandonereste il vostro caffè in tazzina!

Saluti

[UPDATE 17.40: l’immagine a destra è un fake, nonostante ciò rimandiamo la data di apertura al futuro, tenendo comunque aperto il post e la discussione legata alla sfida tra globalizzazione del caffè e tradizione]

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Week end!
Questo ce lo prendiamo per segnalarvi la nascita di un nuovo spazio web!

In questi periodi infatti, con una Canon o una Nikon sotto braccio la fotografia sta invadendo ogni nostro momento, e sulle pareti di tutte le case, nonché sugli sfondi dei desktop quel che è sempre presente sono le foto!

Ecco perché per diventare originali, unici, e caratterizzanti, vi segnaliamo questo servizio appena nato, ma dal talento non indifferente:

Be Feel

la vostra matita di fiducia.
Se volete infatti avere un ritratto fatto a mano, con l’utilizzo della tecnica matita su carta, per ogni possibile occasione e ricorrenza, partendo da una semplice foto, non esitate a contattarlo.

Rapidità, cura del dettaglio e tutto su misura delle vostre esigenze!
Per info e curiosità scrivete a befeelinfo@gmail.com
E c’è pure la pagina Facebook pronta per i vostri Mi Piace

Saluti! e segnatevelo tra i preferiti: http://befeel.tumblr.com 

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Ha il via proprio oggi l’81esima edizione di Pitti Uomo, la nota fiera d’abbigliamento fiorentina.
Già dalle prime ore quel che si scorge è la tendenza e la voglia del sartoriale, del su misura: molti brand infatti cercano di riprendere e riportare allo scoperto questa moda, questo bisogno, di sentire i capi fatti appositamente per chi li utilizza.

Negli ultimi tempi però,  osservando tendenze e mercati,quel che si è visto aumentare è la forbice tra il lusso ed il lowcost, vedendo quindi l’aumento di catene del fast fashion ed allo stesso tempo di templi della marca, di botique.

Ora però proviamo a fare un passetto in avanti: uniamo i diversi punti emersi finora e proviamo a tracciare un possibile panorama che possa interessare il settore dell’abbigliamento per il prossimo futuro.
Cosa ne emerge?

Se uniamo quindi la tendenza della moda veloce, degli Zara e degli H&M alla crescente voglia di poter indossare abiti su misura, di poter sfiorare un po’ di quel lusso tanto ambito, quel che vedremo sarà una maggiore attenzione per i servizi sartoriali soprattutto in queste catene che cercheranno di dare il prodotto standard ad un prezzo basso, come hanno fatto finora, riservandosi però, la possibilità di fare della sartoria in negozio, ritoccando il capo addosso al cliente, rendendolo più fitted, aumentando di un lieve rincaro il prezzo del prodotto.

Potremo quindi avere le stesse (o simili) attenzioni di una botique, spendendo poco di più di quel che di solito spendiamo all’interno di questi store, potendo vantare nell’armadio capi rifiniti su misura.

Simil-Sartoriale: così battezzerei questa tendenza che a mio avviso la farà da protagonista nei prossimi anni!

Che ne pensate? Sareste disposti a spendere qualche euro in più per avere un capo pennellato su voi stessi?
Saluti

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Altro post legato al tema principale di questi giorni: sconti, shopping, negozi.

Sebbene abbiamo già discusso su quanto concerne la liberalizzazione degli orari e le vetrine, ora è arrivato il momento di sollevare una questione di visione più ampia, allargata: la coopetizione.
Per riuscire ad entrare nel portafoglio del consumatore ed aggredirne la quota più ampia possibile, i diversi negozianti si son gridati guerra da sempre cercando di ammagliare il consumatore con quanto di più luccicante e coinvolgente possano offrirgli, seducendolo nelle più diverse maniere.

Quel che però si dimentica la maggior parte dei commercianti, è che in una situazione globale come l’odierna, non basta saper entrare nel portafogli, ma bisogna riuscire a portare il cliente  a vedere il proprio negozio (to bring per dirla all’anglosassone), ed in termini più generici, nella propria via o nel proprio centro in cui si è domiciliati.

Vale a dire che ormai non basta più competere con il vicino per rubargli il cliente, ma occorre anche cooperare con il vicino per riuscire a rendere attraente la via, la zona, il centro commerciale.
Creare collaborazioni quindi, che vadano oltre la singola vendita, il rapporto one-shot, ma che mirino a creare un ecosistema dagli orizzonti più ampi e più strutturali.

Buoni omaggio o sconti incrociati, eventi con la collaborazione di diverse attività, esposizioni incrociate sono solo alcuni degli esempi con cui si può iniziare, senza dover sostenere investimenti sproporzionati.
L’idea è quindi di usare la propria attività anche per pubblicizzare le altre che fan parte del proprio ecosistema, creando una pubblicità multidirezionale interna all’ambiente stesso, che lo caratterizzi e lo renda diverso, unico e più attraente rispetto agli altri.

Quel che dobbiamo comunque apprendere da questa situazione, è che il singolo difficilmente avrà ancora successo, ma che gli è vitale collaborare e competere, insieme, in quella che già da tempo è nominata Coopetizione!

Saluti

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