— Siro Industry

Nella continua battaglia tra una realtà fatta da piaceri effimeri, passioni e una di sentimento ed emozioni che fan battere il cuore, ne fan da ago della bilancia i momenti di solitudine.
Quando cala il sipario e si spengono le luci infatti, se vi è stato sentimento, si ha dentro di sé un qualcosa che pulpita, e un lieve sorriso sul volto; mentre quando questo manca, si va a creare solo una voglia interna nell’aumentare la dosi, nell’aumentare il livello di piacere nel cercare qualcosa che non si riesce a trovare.
Tutto questo perché, se c’è un qualcosa di emotivo, qualcosa che ti tocca dentro, si può davvero guardare a domani e dire non siamo cosi soli..

Quando un’ onda ti travolge, bisogna saper guardare ciò che rimane sulla sabbia, e saperne dare i giusti valori.

Saluti.

Due appunti finali. Li devo fa:
Invito a leggere la prima storia a puntate di fb. DIECI PAROLE di Claudio Bellettato.
Un omaggio per Rita (fan e lettrice).

Ho dedotto di essere un inguaribile e ingenuo ottimista.
Eh si, forse è vero quel che dicono gli scienziati: l’ottimismo è un qualcosa che si ha dentro, tra i filamenti di dna che compongono i geni, qualcosa di ereditario e quindi, non modificabile.
Ultimamente ho notato che le persone, in genere, pensano molto, davvero tanto, e a volte pure troppo.
>Ma cosa c’è di male nel pensare? (domanda più che lecita)
Nulla, ok. Però, dal mio personale punto di vista, ovviamente, noto una tendenza nel riflettere maggiormente sui lati negativi, che fan star male, al guardare i dettagli che possono nascondere qualcosa di dubbioso, di sospettoso.
Cosa che (sempre secondo me) è del tutto errata. A mio avviso, il concetto è semplice: forse più da dire che da fare, e magari legato ad una leggerezza ed una ingenuità mia personale ma,

è cosi difficile pensare solo al bello di ogni singola situazione, e mettere da parte, lasciar stare il brutto?

Chiedo, perché forse ho perso qualcosa.
Saluti.