— Siro Industry

Archive
February, 2011 Monthly archive

Sovrabbondanza di contenuti.
Un nuovo video per evidenziarvi le novità attuate da Siro Industry, per richiamare un po’ la città di Rovigo, e per farvi un’importante rivelazione finale.
Enjoy It!

Read More

Benritrovati sulla “terra ferma”,
la parte narrativa di Siro Industry, quella vicina al core (va bene sia in senso british che italiano), e questa sera, archiviati gli esami di questo semestre, vorrei parlarvi di un argomento che mi girava in testa già da qualche settimana.

La vaghezza della parola Amico.

Queste 5 parole riassumono in sintesi il problema che mi son posto, il più delle volte in macchina, tornando a casa la sera, quando alberi e lampioni ai bordi delle strade prendono vita, ti salutano mentre passi loro davanti, e immobili ti lasciano scorrere.
Comunque sia, secondo me, la parola Amico è troppo generica e consequenzialmente indica troppi e diversi significati che molto spesso hanno poco se non nulla in comune.
Si può partire dal senso di amico d’infanzia, ossia quei compagni di avventure a cui si sta accanto nei primi anni di vita, solitamente perché ci si abita vicino e si ha i genitori amici; dopodiché ci sono gli amici ai quali ti vien spontaneo confidare le cose, anche se magari li vedi raramente, ma non sai perché, riescono a tirarti fuori tutto, emozioni positive, negative, routine, dubbi, problemi, tutto dalla a alla z.

Dopodiché ci sono gli amici da mille ed una notte, quelli da fare l’alba, quelli con cui ti diverti, ma che non necessariamente devono avere anche le caratteristiche sopra descritte.
Si arriva poi al cambio di genere, e quindi anche qui si ha l’amica a cui confidare tutto, l’amica (parlo in senso femminile ma può valere benissimo all’opposto) con la quale ci si concede qualche distrazione, oppure l’amica che è cresciuta insieme a te, ma che magari più del “ciao come va” non si va.
Ci sono poi, per concludere, gli amici che si accorgono quando c’è qualcosa che non va, che ti leggono nel pensiero, che con qualche dote di empatia sanno toccare il nervo giusto, ed infine, quelli che ti fanno ridere, quelli che non affideresti loro 1€ ma che sanno sempre e comunque farti ridere.

Ce ne sarebbero centinaia di diverse tipologie, che noi mettiamo dentro la parola Amico, sicuramente ne avete pure voi di diverse fattispecie, e perciò raccontatecele, sotto, tra i commenti.

A presto, saluti.

Read More

Buonasera a tutti, comunicato veloce per dirvi che è online la prima doppia puntata di DeBox, il programma live di Siro Industry Radio!
Tre ospiti per questa prima puntata:

  • Thomas Il Pomo Cercato (studente universitario e fondatore sito internet software e hardware)
  • Paolo Gubitta (professore ordinario della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Padova)
  • Carlo Maria Spadon (studente universitario e fondatore di Splash!)
Numerosi interventi via Facebook, e ben 5 track per accompagnare Siro nella diretta.
L’argomento principale è stata la Tecnologia, ma abbiamo avuto uno spazio per San Remo e per gli amanti del gossip “L’Angolo de La Sara”.
Ascolta o scarica le due frazioni di puntata cliccando sul logo a sinistra!
Buon Ascolto, e vi aspetto Mercoledì prossimo alle ore 21.30 per la diretta!
Per interagire via Skype aggiungi siro_descrovi ai contatti!
Saluti
Read More

Innovativa, intensa, caotica.
Nasce sotto questi tre aggettivi la nuova sfida di Siro Industry.

Si chiamerà DeBox: l’appuntamento in diretta radiofonica, online il mercoledì sera!

Il dopocena alternativo: per chi ha già cenato e naviga sul web, per chi si prepara per un mercoledì universitario, per chi spegne la tv e accende il web. Per chi sta cenando e vuole un po’ di compagnia.
Un’ oretta da passare con Siro Industry Radio e con i numerosi ospiti che allieteranno ogni puntata, musica sceltissima e tutto il bello del LIVE ONLINE:

– possibilità di intervenire tramite Facebook    (siroindustry / siro.descrovi)
– possibilità di intervenire vocalmente in diretta con Skype    (siro_descrovi)
– possibilità di dediche, richieste e saluti     (siroindustry@gmail.com)

DeBox potrà essere ascoltato direttamente su Spreaker, oppure qui a lato, o sui link che verranno indicati su Facebook. Non avrete scuse.
Tutto questo in una sola parola: SIR Siro Industry Radio!

Wednesday Nite is DeBox on SIR!

Read More

Ben ritrovati,
oggi vorrei porre sotto la vostra attenzione una sorta di post mascherato da sondaggio (o viceversa).
L’argomento di base è il Coaching.

Disciplina relativamente nuova in Italia, di importazione statunitense, questa vuole presentarsi come una serie di incontri con un Coach con l’obiettivo di rendere consapevole il frequentante delle proprie competenze, abilità, capacità e possibilità agendo su molti fattori motivanti che spesso stanno riposti dietro uno strato di polvere, data la frenesia della società attuale.
Esperienze che a sentire i fautori del Coaching, aumenterebbero la produttività di coloro che ne prendono parte, migliorando quindi le performance a 360°, tant’è che uomini e donne di successo ne fanno uso/abuso per poter reggere i ritmi della propria carriera.
Tra i più famosi insegnanti, spicca il nome di Matt Traverso, ospitato pure su qualche trasmissione televisiva made in Italy, che ha provato più volte a far capire come tale disciplina possa essere utile a chiunque.

Dall’altra parte della medaglia invece, ci sono coloro che criticano aspramente tali attività in quanto considerate furti legalizzati o puri lavaggi del cervello con discorsi che di fatto esulando da ogni tipo di filosofia, o studio letterario, cercano di dare lezioni di vita a persone tuttalpiù insicure e desiderose di sentirsi spronare, sostenere, da qualcuno che si mostra già affermato, diventando copie del formatore, o automi che rispondo con frasi fatte imparate ai corsi.
Facendo leva su queste debolezze quindi, i coach, punterebbero a sfilare fior di quattrini per vendere aria, che con lo smog attuale, pare essere anche piuttosto rara.

E voi, su che sponda del fiume Coaching vi ponete? Pro o contro?

Read More

Gentili lettori,
torno a scrivere, stavolta si parla di Economia (notate la lettera maiuscola) a livello macroeconomico, multinazionale, e in termini di globalizzazione.


Attualmente sto leggendo un libro su tali temi per scopi didattici, ed ho trovato delle idee che ho ritenuto opportuno condividere, cercando di renderle più accessiebili possibili, anche per coloro che non si cimentano per professione in materie economiche.

La globalizzazione, ossia quel maxi sistema che permette a noi tutti di bere Coca-Cola, vedere abiti Made In Italy indossati dalle famose star di Hollywood o comunque andare nel locale sotto casa a farsi un paio di sushi in compagnia di amici, è un’opportunità solo per le ricche multinazionali o può diventare qualcosa di efficace per tutti i Paesi in via di sviluppo?
Avidi, preoccupati per il nostro futuro, o magari semplicemente ottusi, noi abitanti dei fichissimi Paesi Occidentali, molto spesso pensiamo in termini locali e di breve periodo, e con pure tutte le ragioni del mondo che ci possono essere, tardiamo a vedere il sistema globo con un’ottica più ampia.
Non parlo solo del privato, sia ben chiaro, ma anche della regione, come dello stato e molto spesso della confederazione di stati alla quale si appartiene.

L’idea sarebbe questa: se nel breve periodo si cercasse di favorire l’importazione di prodotti per i quali Paesi in via di sviluppo sono fortemente specializzati, si avrebbe un momentaneo calo di domanda di beni interni, ripristinato via via che i salari minimi (medio/lungo periodo), e quindi i redditi degli abitanti di tali Paesi in via di sviluppo aumentino, in termini di esportazioni.
Favorire quindi lo sviluppo a livello globale quindi, potrebbe rivelarsi nient’altro che l’ennesima trovata a fondo egoistico di noi Paesi OCSE, anche se non lo è, e seppur fosse messo in atto con le migliori politiche verso i Paesi in via di sviluppo.

Secondo voi, ne vale la pena provare?
Innovazione e sviluppo per il futuro.

Saluti.

Read More