— Siro Industry

Archive
May, 2017 Monthly archive

Credo sia giusto iniziare questo post dando un po’ di contesto, giusto per allineare il lettore al filo logico intellettuale e porre delle basi di dialogo per eventuali commenti e contro argomentazioni.

Nei tempi recenti, dopo aver approcciato letture di filosofia per capire meglio ed imparare cosa voglia dire vivere bene, ho focalizzato la mia attenzione sull’etica, con il suo duplice significato di vivere bene con se stessi e a livello di società. Da li poi, la curiosità mi ha portato a leggere di religione, in quanto cuore pulsante dell’etica nelle società passate e presenti. Per la sua capacità di riflettere in semplici riti risposte filosofiche date per compassione, controllo o ordine – a voi la scelta del fine.

Qui si inserisce dunque questo post che ha l’obiettivo di farci guardare negli occhi tornare ad abbracciarci.
La scelta temporale è quanto mai propizia data la uniderizionalità del messaggio mediatico e la paura di trovarsi in un contesto miope e chiuso per non vedere una delle verità che ci descrivono come esseri umani.

Ci sono tre aspetti – secondo Roberto Mangabeira Unger – che per quanto ci sforziamo non riusciamo a superare. Essi ci caratterizzano, definiscono chi siamo, ci accomunano e credo che alla fine diano pure un senso a tutto quello che facciamo. Come sapete, il mio primo interesse – anche lavorativamente – è spiegare perchè le persone si comportano in un certo modo, e quindi proverò a utilizzare questi aspetti per dare un perchè e – magari – far notare come la maggior parte dei nostri comportamenti e certezze siano inutili.

Morte, senza fondamenta (groundlessness) e insaziabilità.

Oggi vorrei focalizzarmi solo sul secondo: groundlessness, che si può tradurre come senza base, senza piattoforma sui cui stare, ma anche senza certezze, fondamenta, senza un perchè.

Read More