— Siro Industry

Se cercate un lavoro, state sbagliando tutto!

Buonasera, sono appena rientrato da una conferenza di Oscar Giannino all’associazione industriali di Parma, avevo in mente di scrivere un post con tutte le riflessioni macroeconomiche che sono uscite, di ciò che è interessante dal punto di vista tecnico, ma poi ho deciso di cambiare.

Come spesso accade infatti, l’ispirazione ed i punti di discussione emergono alla conclusione di ciò, quando si parla con le persone, con esperienze e età anagrafiche diverse, ed è emerso ciò che sto per scrivervi.

Il fattore principale, che sta mancando in questa generazione, in questi anni, nelle nostre vite, è uno: l’obiettivo.

Valori, ideologie, comunità, erano cose che già si stavano lentamente sgretolando, come testimoniava Vasco Rossi quando cantava che si era senza santi né eroi. Il colpo di grazia alle nostre aspettative, al nostro valore, alle nostre capacità l’ha dato la crisi che stiamo vivendo.

Non è una questione di mano al portafogli, di risorse, o perlomeno non lo è direttamente. Negli ultimi anni infatti, l’obiettivo principale è stato quello di avere/trovare un lavoro, tutti d’accordo no?
Il problema non sta nel sostantivo, ma nell’articolo: UN.


Per la grammatica, un è un sostantivo indeterminato, distantissimo da ciò che invece deve essere il lavoro per ogni persona: determinato ed in linea con i nostri obiettivi.

L’idea quindi, e qui mi riaggancio al discorso sopra, è quella che in questo momento più di altri l’errore di tutti (o perlomeno della stragrande maggioranza, me compreso, e sicuramente anche voi che leggete questo post) stia nel fatto di spendere le proprie risorse più preziose: il tempo e la giovinezza, l’entusiasmo e la voglia di applicarsi dietro qualcosa di puramente funzionale.
Ok che se manca quello il resto è difficile da raggiungere, ma è davvero così?

Pensiamoci bene, perché se puntassi il dito verso ciascuno di voi chiedendo: qual è il tuo obiettivo nella vita, nessuno (tranne quei pochi di cui sopra) saprebbe darmi perlomeno una bozza di risposta.
Me lo sono chiesto anch’io, e non è facile.
Sapete perché? Perché non ce lo chiediamo abbastanza spesso.

In altri termini, se l’obiettivo per cui state studiando, leggendo libri, passando le giornate in biblioteca, facendo stage, lavorando, è quello di potervi garantire delle ferie d’estate, o dare un futuro a chi verrà dopo di voi, o a voi stessi, state andando nella direzione sbagliata.

Occorre qualcosa di più, di più ampio e di lungo periodo: bisogna iniziare a pensare oltre al denaro ed alla sicurezza nella vita, perché una volta appagate queste, non rimarrà più nulla altrimenti.
Un immenso foglio bianco in cui piccole distrazioni e vizi diventeranno la pillola rossa per drogarsi in un sistema che si è costruiti da soli.
Bisogna iniziare a porsi delle domande, riflettere su ciò per cui valga la pena vivere, quale obiettivo maggiore vogliamo seguire (non ho detto raggiungere) nella propria vita.

Esportare la propria visione, aumentare il capitale sociale del proprio territorio, evolvere se stessi e chi ci sta attorno (pure l’egoismo può essere un senso più ampio).
Questi sono solo alcuni esempi, ma dobbiamo porci queste domande, andare otre il pezzo, e non starci semplicemente sopra.
Solo così, individuando uno scopo maggiore (che se non sbaglio qualche secolo fa era l’indulgenza dei propri peccati e la beatitudine eterna) si potranno smuovere certe leve motivazionali per cui la vita possa essere una strepitosa e colorata esperienza, se non un’opera d’arte.

Porsi un obiettivo, creare interessi, cercare interessi, andare oltre la strada che i genitori ci hanno indicato, allargarla, pur mettendo a volte un piede nel fossato accanto, ma senza limitarsi a seguire la massa di pensieri, idee, opinioni pubbliche. Non è con quello che si vive.
Occorre dunque interrogarsi, conoscersi, capire il proprio sogno, e fare di tutto per raggiungerlo.
Forse così, si potrà avere la forza per alzarsi al primo suono di sveglia ogni mattina, non essere stanchi la sera, ed avere tutte le energie che ci occorrono per raggiungere quel sogno.

Altrimenti si rischia veramente di percorrere una strada la cui fine è già stata raggiunta.