Seduto sul divano di casa di Sara, aspettando che rientri da un volo, mi sono detto “hey, siamo alla fine dell’anno, è da un po’ che non scrivi su Siro Industry, perché non ci scappa un post?”.
Ho pensato a diverse cose, e dopo un po’ mi sono chiesto, quale sarebbe l’obiettivo di questo post?
Of course, dare il mio piccolo contributo a coloro che lo leggeranno per finire ed iniziare al meglio i due anni che tra qualche giorno andranno ad incontrarsi.
Un buon punto, ma cosa vuoi comunicare di preciso?
Esattamente questo.
Non penso si possa definire un consiglio di fine, ma di processo.
Cioè, non vi dico di indossare un maglione marsala, di seguire una dieta healthy, bensì di iniziare il nuovo anno con uno spirito interrogativo, mettendo in discussione le cose più indiscutibili di ciò che vi sta attorno. Forse è questo l’insegnamento più grande che mi ha dato quest’anno e che darei se qualcuno me lo chiedesse (aprendo il link, o cercando su google, è come se l’aveste fatto).
Credo che il modo più semplice a mia disposizione per spiegare questo concetto che tutto è tranne che lineare, sia quello di prendere un quadro. Non occorre scomodare i grandi del passato, basta un qualsiasi dipinto, illustrazione, ma anche il cinema, la musica, un film. Ogni cosa creata.
Bene, mettete il film in pausa, la canzone, guardate il quadro in punto e domandatevi, perché quello è li?
Perché ha quell’espressione, perché la braccia sono disposte in quel modo, perché è ripreso in quell’ambiente?. Spostandoci in un film: perché il protagonista indossa quella giacca? Perché è stato scelto quell’attore ad interpretare il protagonista?
Passiamo a qualcosa di più tangibile: perché mi piace trovarmi ogni sabato sera a quel bar? Perché mi vedo con queste persone? Perché mangio questo?
Nel caso del quadro, del film, di ogni cosa realizzata, a dieci di queste domande, ci sono dieci risposte. Definite, argomentate, pensate e nate da interrogativi come questi che chi, prima di creare si è posto. Ha pensato.
Read More