— Siro Industry

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May, 2013 Monthly archive

Rieccomi online, riemergo dopo un po’ di silenzio (siamo in periodo esami, capirete bene), per raccontarvi l’esperienza fatta questo weekend!

Dal 24 al 26 Maggio infatti, ho vestito i panni del Travel Blogger (o perlomeno, mi sono equipaggiato di bagaglio e voglia di viaggiare) ed ho partecipato all’International Blog Tour promosso dal consorzio Cesenatico Bella Vita per poter raccontare i dettagli di Cesenatico e del suo mare.

Cercherò di farvi una bella sintesi, raccontando lati positivi e negativi, con la solita angolazione di marketing che mi accompagna. Se invece volete vedere il racconto live, ho preparato pure un bel Storify!

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La notizia del giorno ruota attorno all’idea di FIAT di spostare il proprio Hq (sede centrale) negli US.
Le voci e le considerazioni che si apriranno nei diversi teatrini/salotti del dibattito italiano porteranno due orientamenti:

ci sarà chi tiene una cosa anormale, inconcepibile, dopo tutto ciò che lo Stato ha fatto (e dato) per la Fiat, un comportamento del genere é del tutto unfair (ingiusto/privo di etica). E può causare poi, un ritorno in termini di occupazione e di mercato del lavoro.

Dall’altra sponda invece, c’è chi fa notare che il mercato europeo e italiano ha segnato solo variazioni negativi negli ultimi anni, a favore di un andamento positivo del mercato americano, in aggiunta al fatto che il mercato dell’auto risulta saturo già da qualche anno in Europa, a differenza di altri paesi esteri.

Prendo questo spunto, non tanto per dilungarmi in un settore che non mi compete, ma per provare a riflettere su un comportamento tipico dell’Italia e degli italiani: ossia quello di un assistenzialismo diffuso che trascina i meno competitivi e poco premia il best performer o l’innovazione stessa.

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Me lo ricordo come fosse ieri, era venerdì pomeriggio e io me ne stavo di fronte al mio pc, tastiera e mouse sotto le mani. Faceva un po’ caldo, la finestra di camera era aperta ed entrava quella leggera brezza che anticipava l’estate.

Facebook iniziava ad entrare dirompente nella vita di tutti, mi ricordo ancora che ci si chiedeva “vale la pena di iscriversi anche a questo social network o no?”, c’erano Netlog e Badoo che andavano forti, ci si scriveva su MSN Messenger.

Ho pensato: “proviamo, mal che vada durerà un paio di mesi”.
Era il 15 Maggio 2009, ad oggi sono passati ben 4 anni, non sono tanti, ma in un mondo digitale dove tutto si crea e si distrugge in un battito d’ali di farfalla, sono contento di poter fare gli auguri a Siro Industry.

Avrebbe bisogno di più attenzioni, lo so, bisognerebbe creare un restyling grafico, in tanti mi segnalano che la leggibilità è tra le peggiori del web, le visite non hanno avuto quell’impennata esponenziale che speravo, di certo non mi ha reso un influencer a livello nazionale.
Non ha un orientamento preciso, un posizionamento definito, non è in wordpress, si è indicizzato poco e il page rank rimane ad 1.

Nonostante tutto questo però, ne sono altamente orgoglioso, contento delle piccole soddisfazioni che mi ha dato, di ciò che mi ha insegnato, e di quanto ho potuto imparare.
Sentirsi dire “ho letto il tuo post, devo ammettere che non ci avevo mai pensato” è una delle cose più piacevoli che mi vengano dette (ed ogni tanto accade anche quando non dormo).

Perché Siro Industry è quell’amico in sovrapensiero, che vive tra le nuvole, leggero ma mai superficiale (cito Cremonini, sì), che prova a mostrare le cose da un altro punto di vista, prova ad andare oltre al luogo comune, cercando un’interpretazione innovativa, originale, ma motivata e coerente.

È il pensiero che nasce dall’osservazione, il tentativo di mettersi in gioco, di dire la propria dopo aver ascoltato tutti gli altri.
Mettersi in discussione, dibattere, perché è solo tramite il confronto, che si raggiunge l’evoluzione.

Siro Industry, la banalità non è mai stata così evidente.

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In questi giorni mi sono imbattuto in un’interessante iniziativa di geolocal marketing di Redbull che sta interessando tutta l’Italia.
L’iniziativa è sviluppata al fine di lanciare il nuovo prodotto di casa Redbull, che risponde al nome di The RED Italian Edition ed è una bibita energizzante, come la Redbull classica, ma che ha un gusto un po’ più bitter, e quindi meno dolciastra: più vicina in sintesi al gusto italiano (stando all’azienda).

Nonostante ciò, andiamo ad analizzare l’iniziativa di marketing:
Redbull ha disposto in un periodo di tempo preciso diversi cofanetti rossi della grandezza di un cubo di circa 15cm per spigolo, e li ha identificati singolarmente con un codice e geolocalizzato le loro posizioni in una mappa online, dando coordinate ed un suggerimento per trovare il cofanetto.

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Come l’anno scorso, anche quest’anno sono stato alla mostra presente in Palazzo Roverella a Rovigo dal 23 Febbraio fino al 23 Giugno 2013 intitolata Il successo italiano a Parigi negli anni dell’Impressionismo: la maison Goupil.

Come di consueto, provo a riportarvi il mio punto di vista su tale mostra, che assolutamente si distanzia da ogni approccio di critico d’arte (anche se a volte posso ricordare Sgarbi per i modi di fare – scherzo) ma tende ad avere un taglio ed una prospettiva di marketing e da persona esterna a questo mondo.

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