— Siro Industry

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July, 2011 Monthly archive

Quando più di due anni fa ho iniziato a scrivere su questo blog, non credevo influisse così tanto nella mia vita. Ora invece ne sono consapevole, e vorrei condividere una riflessione con voi.

Perché tutti dovrebbero avere un blog!

Ovviamente non tutti possono essere The Sartorialist, o il Bryanboy della situazione, ma partire per condividere con le persone che stan attorno a noi le proprie passioni, abitudini o pensieri, è già un punto di partenza straordinario.
É l’era del social web: tutto passa per il web e per i social network, tutto diventa digitale ed è un dato di fatto che molta parte del nostro tempo la passiamo davanti ad un monitor con una tastiera sottostante.
Se qualche tempo fa avere un piccolo orto, un bonsai, o magari un piccolo animale era tuttalpiù normale, oggigiorno concedersi questi spazi e queste distrazioni, diventa sempre più difficile.

Eppure far nascere qualcosa di proprio, unico e personale, vederlo crescere, coltivarlo, è qualcosa nella natura di ogni persona: dalla bimba che gioca con le Barbie, ai neogenitori, al piccolo medio imprenditore.
Costruire attorno ad esso una rete di collegamenti, facendolo conoscere in giro, supportandolo, alimentandone i contenuti e gestendo collaborazioni è un vero e proprio toccasana per la creatività di ognuno di noi, minata sempre più dagli automatismi odierni.
Se poi a questo unite la facilità di esecuzione, la gratuità dei servizi online, e il ritorno economico che questo potrebbe pure avere, il gioco è fatto!
Esprimetevi, su qualsiasi cosa vogliate, dite la vostra! 

Non avete più scusanti, ora tocca voi!
Saluti.

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Fine luglio, e nonostante tutto ho ancora un paio di pagine da sfogliare per l’ultima volata estiva!
L’argomento in questione è Operations (termine tecnico che fa figo, ma che dice ben poco! s’intende quindi tutta la gestione dei processi di produzione che avvengono nelle varie aziende [lo so, questo vi dirà ancora meno, e sopratutto ho dovuto aprire la parentesi quadra ⎨lo so che in teoria l’ordine sarebbe opposto ma va beh!⎬]).

Dicevamo, lo studio di tale materia è un po’ come la frase sopra: un mix tra Matrioske ed ingegneristica, ma se devo essere sincero, c’è un ragionamento che è molto interessante, e che va oltre i confini della materia stessa!

Si parla di locali, discoteche e tutti quei posti che decidete di entrarci solo se “c’è bella gente”!
Se ci pensate un attimo, noterete che son posti in cui le parti che subiscono una trasformazione (i c.d. input) sono le persone; le quali vi entrano con una gran fame, con la voglia di dimenticare qualcosa, o festeggiare, ed escono (c.d. output) saziate, ubriache, o divertite!
Fin qui, tutto semplice.

Ma la rivelazione, sta nel capire che oltre a risorse trasformate, le persone in quei locali sono anche risorse trasformanti, ossia caratteristiche dell’azienda che la fanno preferire rispetto ad altri, e che quindi influenzano il soddisfacimento dei bisogni di chi vi entra!

Un bel concetto che serve a farci sentire un po’ più parte del sistema con il quale interagiamo!
Di certo sarà difficile che il barista vi offra un giro di Mojito se gli fate questa riflessione, ma sono convinto che se siete amanti di un determinato posto per l’aperitivo, o l’after dinner, e volete che più persone carine vengano da quelle parti, d’ora in avanti farete un po’ più d’attenzione a come vi conciate prima di uscire di casa!

Saluti

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Allora, avete già scelto da che parte stare?

Android o iOS?

Dietro questa scelta ci starebbero intere filosofie di pensiero: dagli informatici geek sostenitori dell’open source, ai figli del design e ben guardanti all’aspetto esteriore!
Si potrebbe addirittura ricondurre il tutto alla classicissima sfida tra: esteriorità o interiorità, se solo non fosse che entrambi garantiscono performance di alto livello, senza lasciar scampo all’utente!

Detta così può sembrare un po’ banale, ed invece i numeri parlano chiaro: la sfida tra gli smartphone di casa Apple e quelli di casa Android è sempre più agguerrita!

Ma dal momento che non è compito mio parlar di tali faccende, lascio il compito a The Mobile Cafè che saluto, e vi piazzo qui in parte questa bella infografia che parla di futuro, di iPhone e delle probabilità su come sarà! Have fun!
Beh, domandina finale: e tu, di che religione sei? 


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Amanti della musica?

Suvvia, alzi la mano chi non lo è! 
Beh, sapete una cosa? Molto spesso mi ritrovo ad ascoltare sempre gli stessi pezzi su iTunes, e molto spesso vorrei scoprire artisti nuovi, o magari ritrovare canzoni care del passato senza pensarci troppo. Altre volte invece, vorrei solo che ci fosse la musica adatta al mio stato d’animo, al mio umore. Sarebbe bello se il mio player capisse quali fossero le canzoni adatte ad ogni momento, sarebbe fantastico, sarebbe tempestivamente perfetto, sarebbe? É!

A vele spiegate per il web, mi sono imbattuto in due siti che somigliano molto all’isola delle sirene, oltre che ad esaudire i desideri suddetti!

Allora se volete avere una parete di musica da ascoltare, e guardare pure i video più celebri dei cantanti più ascoltati, divisi per gruppi e ben layoutlati, andate su uWall.tv e sono convinto che la aggiungerete tra i vostri preferiti prima ancora che la canzone che state ascoltando finisca!
Poi invece, per coloro che amano stendersi sul divano, o sul letto, chiudere gli occhi e lasciare che il player scelga da sé il meglio per loro, affidatevi a StereoMood (che conta tanto di App per iPhone)!
Per ogni altra cosa, c’è Siro INdustry!
Saluti
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Chi non ha mai sognato di comporre una propria canzone?
Magari negli ultimi tempi qualcosa di strumentale, digitale, ritmato e che ci faccia battere il piede sotto la scrivania.
Ma si sa, spesso le tecnologie sono difficili, imparare è sempre faticoso, e poi si rimane con la voglia in tasca.
Bene, d’ora in avanti non sarà più così!

Grazie a Inudge infatti, potrete creare dei brevi pezzi carini e dalle sonorità digitali.
Sentitevi producer e artisti ispirati, e seguite il vostro intuito ritmico per scegliere tra strumenti, caselle e tempi! Vi staccherete con difficoltà!

Vi ho messo pure il widget qui sotto, cliccate play e cominciate a mettere giù le prime note!
Una tira l’altra, garantito!

Saluti

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Benritrovati online.
Se ultimamente ho trascurato ad aggiornare questa pagina, sappiate che le colpe vanno tutte all’Università degli Studi di Padova, e agli esami estivi. Nonostante ciò, portati a termine pure quelli, oggi ero a girovagare tra i negozi di una city outlet, quando ho avuto una brillante riflessione che ho annotato e qui vi riporto.

Dal momento che ogni post deve avere un titolo, questo ha ricevuto La trappola del Prezzo, perché è attorno a tale questione che ruota la mia riflessione.
Quando si è far shopping infatti, molto spesso si vorrebbe che i capi delle nostre marche preferite costassero un po’ meno e avessero un prezzo un po’ più basso. Spesso si aspetta infatti i saldi per fare gli acquisti, e quando ci si reca in negozio, il prezzo pare ancora un po’ troppo alto, e si vorrebbe scendesse ancora un po’, quel po’ che basta per sentire realizzato in noi il senso dell’affare, dell’occasione colta!

Qualora questo desiderio si realizzasse però, sappiate che scatterà la trappola del Prezzo.
Cos’è e come si verifica?
Se per una qualsiasi si voglia ragione un giorno entrassimo nel negozio di fiducia, e vedessimo i nostri capi preferiti ad un prezzo nettamente inferiore, sappiate che la reazione non sarà quella più ovvia.
Difatti non ci si piomberà su vestiti, magliette, cardigan per portarseli a casa, sgomitando tra la folla, ma scatterà un meccanismo nel nostro subconscio che farà regredire mentalmente la marca in questione nella nostra classifica mentale (quelli del settore direbbero: le daremmo un posizionamento diverso).

Questo perché ci aspetteremmo che i prezzi scendano ancora, o che la loro discesa sia stata causata da qualcosa che di certo non gioverà al pezzo della collezione.

Quasi come un cane che cerca di mordersi la coda, il cliente, il fashion victim, spererà sempre di vedere la caduta dei prezzi, salvo poi ritrovarsi intrappolato tra mattoni di tessuto che per lui avranno un valore molto minore.

Qual è quindi la soluzione?
Pensateci: quale sarebbe la sensazione migliore che si potrebbe provare uscendo da un negozio?
Abbiam detto quella dell’affare fatto no? Bene, allora la soluzione per colmare e risolvere questo trade-off sta nel creare da parte del venditore degli sconti ad effetto sorpresa e per un tempo limitato che mettano al cliente quel sorriso in più quando legge il display sulla cassa. Se poi ci fosse anche il senso di esclusività, sarebbe gioia pura! Ma pensate solamente se, una volta alla cassa, il commesso vi dicesse che invece del 30 avete lo sconto del 50% perché aveva sbagliato a posizionare il cartellino.
Quanto legittimati all’acquisto vi sentireste?

Saluti.

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