— Siro Industry

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April, 2010 Monthly archive

Rieccoci all’appuntamento che mancava da un po’ di tempo, l’aggiornamento di Siro Industry!
Nuova stagione, nuovo post:

Miss Primavera è iniziata da un po’, ma proprio in questi giorni si cominciano ad assaporare le prime folate di caldo attorno al collo, la giacca diventa superflua e le mezze maniche tornano a splendere sotto il sole.
Spostarsi la sera non è più un trauma e chiacchierare sotto la luna diventa un piacevole dessert per il dopocena. Insomma, paranoie legate al grigio che caratterizzava i mesi passati sono solo un lontano ricordo chiuso nell’armadio tra piumini e dolcevita in lana, timberland e scaldacollo.
Ora non serve altro che guardar fuori dalla finestra per avere pensieri positivi: i peschi in fiore, l’erba nel suo verde più acceso, le scollature delle ragazze che scendono in maniera inversa alla temperatura, giorno dopo giorno, ci lasciano coccolare nel positivismo più assoluto, e si comincia così a guardare avanti, dato il cielo limpido, a puntare verso l’Estate.

Eh si, proprio lei, povera Summer, lasciata sugli scogli di un tramonto a settembre, diventata chimera lontana due mesi dopo e sogno proibito ad inizio anno, per poi tramutare in bocciolo che aspetta solo l’ora giusta per schiudersi e regalare tutto il suo splendore..

Giù la cerniera, è Primavera!
Saluti..

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Se ti manca la bellezza, punta allo stile.
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Ben ritrovati,
nuovo post, e nuova riflessione su comportamenti che oggi giorno vedo spesso, troppo spesso tra i banchi all’università, in giro per i locali, per strada, un po’ ovunque.

La parola chiave del concept che vado ad illustrare è ipocrisia.
Detta così sembra uno dei quei concetti da psicologi che spesso si leggono nei libri per adolescenti o si sentono per TV in qualche talk show, ma se ricondotta alla realtà e alla pragmaticità del quotidiano ci si accorge che è più presente di quanto non sembri.
Non voglio di certo riferirmi alla falsità pura che invade i locali cool o il libri di antologia, bensì ad una versione più soft che come ci hanno insegnato le Marlboro Light a suo tempo, ha solo nel nome l’aggettivo leggero, in quanto poi nella sostanza è molto simile alla madre rossa.

Da qui lo spunto, quasi una denuncia a tutti quei finti sorrisi, contornati da risate di plastica figlie illegittime di discorsi e battute costruite per darsi una sagoma di simpatia, una maschera sorridente che piaccia alla gente, al costo di nascondere il proprio viso, brutto o bello che sia.
Ed è proprio questa la realtà: si preferisce sempre più dar agli altri ciò che vogliono sentire o vedere, piuttosto che porsi per ciò che si è, nell’incertezza che questo non piaccia e ci si trovi soli e abbandonati.
E’ scontatamente inutile che puntualizzi il mio point of view a riguardo, in quanto credo fermamente che sì, è d’obbligo adattarsi alle varie situazioni con un’elasticità mentale e comportamentale al limite della camaleonticità, ma pur sempre restando se stessi, tanto che è meglio un arrogante, polemico e sarcastico volto ad una plastica fredda ed impalpabile.

Looking for a soul in a plastic world. (Planet Funk – Stop me)
Saluti.

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Ieri sera mentre entro sulla strada per casa e tenevo saldo il volante tra le mani, accompagnato da un respiro ritmato che usciva dalla radio, ho iniziato a riflettere riguardo a quanto avevo scritto in questo post [Camaleonti al crescere].
E come spesso accade, nella letteratura come nella vita, si tende a migliorarsi, andando a correggere o incrementare la propria idea con nuove aggiunte.
Questo è uno di quei casi.

Dicevo, pensavo, e sono arrivato alla conclusione che l’intelligenza di una persona, molto spesso la si ritrova nelle proprie scelte.
Si, perchè se ci si pensa un attimo, la vita non è nient’altro che una continua scelta, o meglio, un lungo allenamento di scelte.
Da piccoli infatti ci basta puntare il dito sulla cosa piu bella: è facile, non ci si assume nessuna responsabilità, e si fa, punto e basta.
Poi si passa all’adolescenza, e si affrontano le prime decisioni, giovani, fresche, ma che comunque lasciano un margine di pensiero, di ragionamento. Poi è tutto un crescere, aumentano le candeline sulla torta, e in egual modo il peso delle proprie preferenze: ogni scelta preclude tutte le altre, e pian piano si va a disegnare il proprio percorso fatto non tanto dalle orme di altri, bensì da strade chiuse ai lati, nuovi sensi unici, e nuove corsie parallele.
Ed è qui che è importante aver coltivato uno spirito di ragionamento ed una visione ampia delle cose, per saper disegnare, con i colori preferiti, la giusta tonalità della propria esistenza.

Saluti.

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Ben ritrovati,
terminate le festività pasquali, e concluso il progetto DEDAY che ha dato a Siro Industry, molte soddisfazioni, si torna al topic principe di questo blog: riflessioni sui comportamenti che ci circondano ogni giorno.

In questo periodo, ho notato con grande sorpresa due cose: non solo uno dei più antichi detti che si rifà all’erba del vicino è vero, ma che in aggiunta, una volta calpestato il green oltre la ringhiera, il nostro torna ad essere migliore.
Mi spiego meglio.
Parto dall’epilogo, ossia: ognuno vuole ciò che non ha, non importa se piace o meno, sicuramente questo farà aumentare o diminuire la voglia, ma indipendentemente, si è inconsapevolmente spinti a desiderare sempre, quel che è in mano altrui.
Gli esempi sono all’ordine del giorno: basti pensare ad un aperitivo nel quale ci si prenda un drink diverso dagli altri, la voglia di sentire un sorso dell’altrui cocktail è qualcosa di comune a tutti; oppure, quante volte da single si è invidiata l’amica che passava il week end con il moroso al lago, e poi, quando si è a cavallo stretti al proprio principe azzurro, si vorrebbe scappare in qualsiasi discoteca e fare tardi con le amiche?
Una sindrome quindi, che si presenta quotidianamente e che è figlia di una inettitudine dell’uomo moderno, abituato ad avere tutto e a comprare tutto, che lo limita nelle scelte e nella consapevolezza delle sue decisioni, tanto da far sembrare tutto, una copia malriuscita.
Dov’è finita l’originalità e la gioia per ciò che si ha?
Forse la si è persa nel tempo, smarrita tra i denari di una partita a briscola..

Saluti.

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