Software, programmi, da sempre sono considerati la parte soft, leggera del computer, del processore, a differenza di quella hard, quella palpabile e fisica.
Forse è per questo che difficilmente percepiamo un reale valore economico dietro l’acquisto di questi beni, o forse è perché negli ultimi tempi la pirateria e la filosofia freeware ci hanno contagiato talmente tanto che difficilmente riusciamo ad accostare le parole software e pagamento.
Di certo son di opinione assai contraria, tutti quei professionisti, lavoratori sul digitale che ogni anno tra licenze e permessi si vedono sfilare fior di quattrini da aziende e software house.
Comunque sia, per l’utente medio che da sempre si è trovato il buon pacchetto Office installato nel pc, o che ha avuto il cd con crack d’installazione sottobanco da qualche amico nerd, trova quasi irreale dover spendere dei soldi per avere un programma in più nel proprio computer.
Se poi si pensa all’ipotesi di pagare per programmi che vengono usati per hobby o per passatempo, di cui non si ha un’utilità professionale precisa, il discorso si fa ancora più marcato.
E così, se già ci eravamo opportunamente scaricati software detti open source (che permettono il download e l’utilizzo gratuito senza sborsare un euro) per sistemare foto, immagini, editare documenti e quant’altro, d’ora in avanti avremo l’opportunità di modificare ed editare video, funzione che fin’ora era stata lasciata a pacchetti a pagamento o complicati programmi nerd.
Ancora una volta il protagonista è Google, che alla lunga schiera di programmi e servizi gratuiti ha aggiunto in questi giorni un editor di video direttamente su YouTube, unendo anche la possibilità di creare un effetto 3D (lo spiegano bene su FanPage).
Non sarà di certo ai livelli di Final Cut, ma ritornando a quello che vi ho detto sopra, l’utente medio non vuole Final Cut, non sa usarlo, ma vuole qualcosa di semplice, intuitivo e gratis.
E Google, ce lo da, Gimp ce lo da, Open Office ce lo da.
L’idea free quindi, è diretta verso tutti quegli utenti medi che non vogliono spendere, e non vogliono privarsi di un tocco nerd nel proprio tempo libero, concedendosi quindi, qualche ora per modificare immagini, video e quant’altro.
Consci di questa riflessione però, il quesito successivo da porsi è il seguente:
questo mondo free, del gratis, si dimostrerà come un demo che invoglierà l’utente a precipitarsi verso realtà più performanti, a pagamento, oppure porterà il web ad una realtà sempre più verso lo zero, lasciando emarginati i software a pagamento ai soli professionisti del settore?
E se così fosse, come reagiranno i prezzi di tali software?
E fino a che punto reggerà il costo-opportunità della qualità data con un costo zero?
Noi, un’idea ce l’abbiamo, ed è molto vicina a quella di un’asta a ribasso.. Voi?
Saluti.